sabato, aprile 20, 2024

GIOVANI E INFELICITÀ. LE NUOVE GENERAZIONI, CHE RISPETTO A QUELLE PRECEDENTI HANNO TANTO DI PIÙ, MANCANO DI UNA COSA IMPORTANTE: LA FELICITÀ.


Oristano 20 aprile 2024

Cari amici,

Alla fine dello scorso mese di marzo ho fatto su questo Blog una riflessione proprio sulla felicità. Chi è curioso può andare a leggere quanto scrissi il 28 marzo cliccando sul seguente link: https://amicomario.blogspot.com/2024/03/dizionario-della-felicita-ci-siamo-mai.html. Un obiettivo spesso “CHIMERA”, quello della FELICITÀ, che, purtroppo, continua a mancare in particolare nei giovani, che all’apparenza dovrebbero essere, invece, i più felici, in quanto hanno praticamente molto di più di quanto avevano le generazioni precedenti. Sul perché della loro infelicità, si interrogano gli studiosi.

A leggere l’World Happiness Report 2024, coordinato dal Centro di Ricerca sul Benessere dell’Università di Oxford, Centro Gallup e dalla Rete delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, che si basa su indagini effettuate in 143 Paesi, si rileva che "In Occidente la felicità è tradizionalmente associata alla giovinezza e la vecchiaia è considerata una fase della vita più infelice, ma la realtà attuale, purtroppo, smentisce queste convinzioni”. In dettaglio, l’approfondimento per fasce d’età, nel report prima citato, rileva che “dal 2006 al 2010, la felicità tra i giovani, di età compresa tra 15 e 24 anni, è diminuita drasticamente in Nord America, al punto che i giovani risultano meno felici degli anziani. Anche in Europa occidentale la felicità giovanile è diminuita, anche se in modo meno marcato”.

Secondo questo rapporto, dall’analisi dei 143 Paesi radiografati, ad aggiudicarsi per il settimo anno consecutivo il titolo di “Paese più felice al mondo“ è la Finlandia, mentre l’Italia risulta 41ª, appena sopra il Guatemala, ma parecchio sotto Kosovo e Romania! La cosa più preoccupante, però, è il dato che rileva l’infelicità dei ragazzi, che risulta in crescita. Per la prima volta dal 2012 – anno in cui è stato redatto il primo “Report“ – "il trend positivo globale della soddisfazione di vita tra i 15 e i 24 anni si è interrotto".

Secondo Vivek Murthy, il massimo funzionario Usa ad occuparsi di questioni di salute pubblica, la colpa di tanta infelicità tra i ragazzini è l’uso, e soprattutto l’abuso, dei social media. L’esagerato uso di questi, creando isolamento, alimenta la perdita, meglio dire l’alienazione dai rapporti umani, oltre a creare l’angoscia nel mondo giovanile per l’impossibilità a raggiungere quei modelli irreali, costantemente proposti dagli influencer; modelli che tra l’altro hanno alimentato  il cyberbullismo, stimolato l’applicazione di pratiche di challenge alquanto pericolose e molto altro. Il problema, inoltre, risulta in parte ignorato dai governi, che evitano o tardano ad emanare le normative necessarie per la protezione e la tutela in particolare dei minori.

Amici, la realtà è che, purtroppo sempre più giovani risultano infelici, nonostante la loro dovrebbe essere l’età della felicità. Sempre più giovani, e soprattutto gli adolescenti, manifestano crescenti tassi di ansia, depressione e di autolesionismo. Questo avviene sia nel nostro Paese che nel resto del mondo. Nonostante i progressi della psicologia, l’infelicità sembra una spada di Damocle, pendente sul loro capo come una condanna.

Amici, le nostre nuove generazioni sono, dunque, destinate ad essere infelici, si domandano gli esperti? Essere felici, nel caotico mondo in cui viviamo, è certamente difficile, anche se l’infelicità è qualcosa di molto personale, che risulta alquanto connessa alla realtà che ci circonda, al contesto sociale nel quale viviamo. I giovani in particolare sono meno felici, rispetto alle generazioni passate, perché sembrano soffrire di una sorta di “crisi di mezza età” anticipata!

Che l’adolescenza sia un periodo particolarmente complesso nello sviluppo umano è ben noto, ma i giovani di oggi, in particolare gli adolescenti, sono sempre più tristi e infelici, e gli analisti continuano a cercare le cause, i reali motivi di tale infelicità. In USA, dall’analisi dei dati del National Survey on Drug Use and Health, he emerso che dal 2008 al 2017 vi sia stato un aumento del 71% nelle condizioni di grave disagio psicologico nei giovani adulti e un aumento del 52% tra gli adolescenti dai 12 ai 17 anni.

Cari amici, i motivi sono di certo più d’uno, ma, anche escludendo i fattori di rischio come il consumo di droghe e alcool, un altro motivo importante è dato certamente proprio dallo smodato uso dei social, il cui abuso ha portato all’aridità dei rapporti umani reali, privilegiando quelli virtuali! Un mondo virtuale anonimo, dove si vive tempestati dal bombardamento di pubblicità e dai dannosi influencer, che creano un negativo impatto nei giovani proprio nella fase dello sviluppo! Senza interventi radicali, cari lettori, sarà sempre peggio!

A domani.

Mario

 

venerdì, aprile 19, 2024

IL PIEDE E I SUOI TANTI DOLORI: DALLA FASCIOSI PLANTARE ALLA SPINA CALCANEA E AI PIEDI BRUCIANTI. PROBLEMI, DA NON TRASCURARE MAI.


Oristano 19 aprile 2024

Cari amici,

I PIEDI sono la parte del corpo più sottoposta a sforzi, in quanto tutto il peso del nostro corpo, grava su di loro, sia quando stiamo in piedi che quando camminiamo. Da ciò ne consegue che il dolore ai piedi costituisce un problema alquanto diffuso, tanto che spesso non è facile trovare rimedio alle cause che creano la loro sofferenza. Se il dolore raggiunge alti livelli di intensità e permane a lungo, diventa necessario, perciò, consultare il proprio medico curante. Tra le diverse problematiche che affliggono i piedi, le più difficili da sopportare sono la fasciosi plantare, la spina del calcagno e i piedi brucianti. Vediamole.

La FASCIOSI PLANTARE è quel danno del piede che interessa la fascia plantare, in quanto crea fastidio e dolore alla fascia di tessuto che si estende dalla base delle dita del piede fino al tallone. Nella maggior parte dei casi, colpisce le persone tra i quaranta e i sessant'anni, in sovrappeso o che stanno a lungo in piedi. Il dolore è generalmente localizzato al tallone, e tende a svilupparsi gradualmente nel tempo, peggiorando la mattina al risveglio e a fine giornata. Stare a riposo, fare regolarmente esercizi di allungamento, applicare impacchi di ghiaccio, prendere antidolorifici e indossare scarpe che calzino bene e che supportino il piede, possono, spesso, alleviare il dolore. In un ridotto numero di casi sono utili altre cure, come la fisioterapia o un ciclo di iniezioni, che possono dare un buon sollievo. Nei casi più gravi si deve ricorrere ad un intervento chirurgico.

La SPINA DEL CALCAGNO, invece, è una esostosi: ovvero un tumore benigno dell’osso, che consiste in una escrescenza ossea rivestita di un guscio cartilagineo situata preferibilmente in corrispondenza delle metafisi, o in zone di inserzione di muscoli, o strutture legamentose, spesso soggette a trazione o comunque a stress continuo. Ci si accorge di questa patologia spesso in maniera improvvisa, senza aver fatto alcuna attività che possa scatenare questo dolore sordo e molto fastidioso; ci si sveglia la mattina, e appena messi i piedi a terra si avverte un forte dolore sotto il calcagno. Talvolta, invece, a scatenare l’insorgenza della patologia, possono essere delle calzature scomode, una lunga camminata oppure sentire il dolore al termine di un allenamento, magari anche non particolarmente faticoso.

Il dolore risulta particolarmente intenso durante la deambulazione, mentre spesso a riposo sparisce. Nei casi meno gravi il dolore compare esclusivamente la mattina per poi passare durante la giornata; nei casi più complessi, l’unico momento in cui si trova sollievo è la sera sul letto, quando il piede è fuori carico. Il trattamento migliore per eliminare questo fastidioso problema è sicuramente quello di abbinare le terapie manuali con quelle strumentali, tra cui le onde d’urto, che hanno il compito di tentare di rompere la spina calcaneare in eccesso, o comunque di elasticizzare settorialmente il legamento longitudinale, da abbinare alla stretching settoriale dei muscoli del piede e della parte posteriore della gamba.

Si può avere un buon sollievo anche utilizzando un trattamento antinfiammatorio con il laser ad alta energia, o con la Tecarterapia (è un trattamento elettromedicale); si può utilizzare anche il Kinesio Taping, un trattamento che offre un aiuto nei giorni successivi e fornisce un supporto per migliorare la circolazione. È prevista anche una partecipazione attiva del paziente, mediante applicazione di ghiaccio tre volte al giorno e l'applicazione di una crema medicamentosa la sera prima di coricarsi. Spesso è consigliato l’utilizzo di calzature morbide, per non infiammare ulteriormente l’area.

La patologia dei PIEDI BRUCIANTI, invece, si manifesta con un forte bruciore ai piedi, accompagnato da dolore costante, con picchi simili a scosse elettriche o punture di spilli. Questi fastidi sono causati da un possibile danno a carico delle piccole fibre nervose periferiche, che si distinguono dalle grandi per il diametro e la funzione di trasporto al cervello della sensibilità per la temperatura e il dolore, come ha spiegato il professor Giuseppe Lauria Pinter, ordinario di Neurologia all’Università degli Studi di Milano e direttore scientifico dell’Irccs neurologico Carlo Besta di Milano. Le persone che ne soffrono accusano formicolii e dolore al contatto con acqua calda, un senso di pesantezza e costrizione alle gambe e un fastidio a camminare a piedi nudi. Il dolore, persistente durante il giorno, si intensifica di notte disturbando il sonno, e in generale provoca una riduzione della qualità di vita. Altri sintomi frequenti, di solito limitati ai piedi, sono: sensazione di calore o di freddo interno anche se la pelle è normale al tatto.

Quali Le terapie possibili? Accertata la diagnosi da parte del medico, bisogna ricercare la causa e quindi individuare la cura migliore. «Per alleviare il dolore bruciante ai piedi si prescrive una terapia farmacologica a base di analgesici e al contempo si agisce sulla patologia secondaria associata alla neuropatia periferica con trattamenti mirati», come spiega il professor Lauria Pinter. precisando anche che «la neuropatia delle piccole fibre può essere risolta anche quando non si guarisce.

Cari amici sui nostri piedi grava il grande peso di tutti noi: abbiamone sempre grande rispetto e…non trascuriamo mai di curarli a dovere!

A domani.

Mario

giovedì, aprile 18, 2024

CONFUCIO, IL FILOSOFO CHE PREDICAVA L’ETICA NELLA SOCIETÀ CINESE DEL VI SECOLO A.C., MOLTO PRIMA DELL’AVVENTO DEL CRISTIANESIMO.


Oristano 18 aprile 2024

Cari amici,

La società cinese tra il VII e il VI secolo avanti Cristo viveva un’epoca alquanto convulsa. In Cina era al potere la dinastia Zhou (che esprimeva l’imperatore fin dagli inizi del primo millennio a.C.), che in realtà governava l’impero solo in maniera formale, in quanto gli amministratori locali si combattevano ferocemente tra di loro, ricchi solo di alterigia e incapacità. In questa situazione, senza un vero controllo centrale, l’aristocrazia locale operava maldestramente, priva di capacità specifiche, cercando di reclutare nuovi talenti, per poter disporre a corte di consiglieri efficienti che consentissero di imporsi sugli avversari.

In questo caotico contesto, si affacciò al mondo la figura di CONFUCIO, nato nel 551 a.C. nel piccolo Stato di Lu, nella provincia dello Shandong. Confucio fu un personaggio davvero illuminato, creatore e primo ideatore e promotore di un pensiero per allora originale: l’Etica. Nel convulso panorama cinese del VI secolo a.C. la sua innovativa filosofia gli creò, nelle classi nobili al comando, non pochi nemici, in quanto ritenuta "altruistica", quindi considerata come "il tentativo di elaborare una concezione etica dell'uomo nella sua integralità e universalità"; insomma, Confucio proponeva di fornire, in quel caotico mondo dispotico e prevaricante, un modo di vivere di uguaglianza e di rispetto, per far sì che l'uomo potesse vivere in modo pacifico la sua esistenza.

Nei suoi numerosi "dialoghi", riuniti poi dai suoi discepoli in un corposo libro, il saggio Confucio, esprimeva la sua innovativa filosofia, nella quale predicava la necessità di quel necessario rapporto umano che partiva dall’amore per il prossimo, ben lontano dal concetto in essere: quello del dominio dell'uomo.  Ai potenti diceva: "Trattate il popolo con rispetto e sarete venerati; siate un buon figlio per i vostri genitori e un buon sovrano per i vostri sudditi, e sarete serviti con lealtà; rendete onore agli uomini di merito ed educate i meno capaci, e tutti si sentiranno incitati al bene. Queste, in poche parole, le più importanti spigolature della sua filosofia. Un personaggio davvero saggio e innovativo, Confucio, che predicava l’amore verso gli altri ben cinque secoli prima di Cristo!  Il cristianesimo, infatti, iniziò a predicare questa filosofia di vita a partire dal I secolo d.C., portata avanti dai discepoli che avevano seguito Cristo, gli apostoli, che predicarono un nuovo, rispettoso stile di vita, come riportano gli scritti degli evangelisti Marco, Matteo, Giovanni e Luca.

Amici, Confucio era nato, come accennato, in una famiglia di scarse risorse economiche, nel piccolo stato di Lu; il suo nucleo familiare era emigrato dal vicino stato di Song, e apparteneva alla modesta nobiltà̀ minore che non poteva aspirare ad incarichi di alto livello. Dopo la morte del padre, quando lui era ancora piccolo, la famiglia sprofondò nella povertà̀. A quindici anni, secondo quanto raccontato da lui stesso, iniziò a studiare intensamente e ottenne qualche incarico minore come custode di fienili e responsabile di pascoli pubblici; doveva essere davvero bravo a far i conti, visto che entrambe le imprese prosperarono. Nonostante la tradizione gli attribuisca anche i ruoli di ministro dei lavori pubblici e di ministro della giustizia, di questo non vi è certezza.

Considerato che nel suo Stato, quello di Lu, le sue idee non riscuotevano grande successo, emigrò negli Stati vicini, dove si offrì come consigliere. Le sue opinioni, però, in quanto predicavano l’ETICA e LA MORALE, e non la politica dell’epoca, sconcertavano le persone che lo ascoltavano. Quando nelle sue lezioni filosofiche affermava che “il governante deve fare il governante, il ministro il ministro, il padre il padre e il figlio il figlio”, nel senso che tutti erano tenuti a rispettare i propri doveri e le proprie responsabilità̀,  chi lo ascoltava scuoteva la testa, in quanto i suoi concetti cozzavano col modo di governare dell’epoca. Confucio, parlava loro di Etica, di uguaglianza e rispetto, ovvero tutto il contrario della politica applicata nell’epoca.

Per quanto si accorgesse che i suoi ragionamenti etici non attecchivano facilmente, Confucio non smise mai di cercare di indottrinare gli ascoltatori, nella convinzione che lentamente essi avrebbero capito che per vivere in armonia in società, le persone dovessero cambiare, in modo da diventare esseri umani completi. Predicò fino alla fine, e, quando era avanti negli anni, ritornò allo stato di Lu, dove si dedicò all’insegnamento, occupazione che fece di lui il primo maestro della Cina, mansione insolita in quell’epoca, considerata addirittura stravagante. Confucio insegnava un’educazione globale: Alle persone giovani a rispettare i genitori in casa e gli anziani fuori da casa; in pubblico a parlare poco e a essere affidabili, e a riservare la propria amicizia solo a chi fosse dotato di un’umanità̀ autentica”. Egli credeva che la vera saggezza consistesse nel dedicarsi concretamente agli obblighi di rispetto verso gli altri esseri umani.

Cari amici, Confucio fu davvero un grande maestro, addirittura avveniristico, per l’epoca in cui visse. Per tutto il lavoro svolto non ebbe mai nessuna ricompensa, ma il seme da lui sparso portò frutti copiosi. Molti dei suoi numerosi discepoli (se ne ipotizzano almeno tremila), continuarono la sua opera, ricoprendo importanti incarichi. Confucio morì a settantatré anni, nel 479 a.C., e i suoi seguaci misero insieme i suoi pensieri nei “DIALOGHI O ANALECTA (LUNYU, IN CINESE)”, anche se vari scritti, forse, corrispondono ad un periodo posteriore e sono quindi da attribuire ai suoi discepoli. La leggendaria figura del grande maestro Confucio è una pietra miliare indelebile nel panorama culturale e filosofico dell’uomo.

A domani.

Mario

mercoledì, aprile 17, 2024

LA RISCOPERTA DI UN ANTICO PIATTO, IL “BULGUR”. È PREPARATO CON GRANO INTEGRALE, UNA PIETANZA CHE NON MANCAVA MAI NELLA TAVOLA DI GENGIS KHAN.


Oristano 17 aprile 2024

Cari amici,

Il BULGUR è un antico piatto, consumato secoli fa dalle popolazioni medio-orientali come la Turchia (chiamato anche bulghur, bulgul ecc.), costituito da grano duro germogliato. Questa pietanza, in italiano chiamata “grano spezzato”, è una specie di cous-cous, ma preparata solo con  chicchi di frumento integrale. Il particolare processo di lavorazione prevede l’utilizzo di chicchi di grano duro integrale germogliato, che, dopo essere stati cotti al vapore vengono fatti prima essiccare e poi grossolanamente macinati, ridotti cioè in piccoli pezzetti. La macinatura può essere differente: abbastanza fine, per la preparazione di minestre e zuppe, mentre più grossa per la preparazione di ricette come insalate fredde o calde, sformati, polpette, burger vegetali.

Le origini dell’utilizzo del Bulgur vengono fatte risalire agli antichi popoli che 4000 anni fa abitavano la Mezzaluna Fertile, ovvero le Regioni che si estendevano tra i fiumi Nilo ed Eufrate. Le prime comunità agricole del luogo, infatti, spinte dalla necessità di proteggere i raccolti da muffe ed insetti, iniziarono ad essiccare e macinare il frumento integrale. Questo procedimento è rimasto inalterato fino ai giorni nostri, e il Bulgur è tutt’ora parte fondamentale della tradizione culinaria turca, palestinese e libanese.

Tra storia e leggenda, il Bulgur ha attraversato i secoli. Si racconta che anche il grande Gengis Khan lo utilizzasse senza risparmio; durante i viaggi che effettuava con le sue truppe, il condottiero pare che lo mangiasse in grande quantità, per rinforzare l’organismo, facendo così un bel carico di proteine e di fibre. Questo cereale, infatti, era alquanto diffuso in Turchia, in Tunisia e anche nei Paesi del Medio Oriente. Il suo nome deriva proprio dalla lingua turca: Bulgur, in turco, significa "orzo bollito". Nella tradizione araba, la ricetta più famosa che vede come protagonista il Bulgur, è il TABBOULEH, un’insalata a base di Bulgur, condito con prezzemolo, menta, cipollotto, pomodoro e cetriolini, con un’emulsione di succo di limone e olio extravergine d’oliva.

Il Bulgur, amici, poiché contiene glutine non è un piatto adatto ai celiaci, mentre per tutti gli altri è da considerare oggi un ottimo alleato del benessere: contiene infatti vitamina B, fosforo e potassio (elementi termoresistenti, che non si perdono in cottura). Un piatto nutrizionale da considerarsi ottimo, se si sta praticando la dieta, per via del suo alto potere saziante e l’elevato contenuto di fibre. Qualche idea su come cucinarlo? Bulgur con verdure e feta, da preparare freddo o caldo, in ogni stagione, variando gli ortaggi preferiti.

Il Bulgur lo possiamo trovare secco o già cotto a vapore pronto da condire sugli scaffali della grande distribuzione e nei negozi del biologico, principalmente in due varietà che differiscono in base alla dimensione dei chicchi. Preparare un piatto di Bulgur, trattandosi di chicchi precotti, è semplice e veloce. Può essere lessato o cotto per assorbimento. Nel primo caso, si calcola il doppio del volume di acqua per 10 minuti: 100 grammi di Bulgur si cuociono in 200 grammi di acqua o brodo vegetale o speziato, per un sapore più intenso e aromatico. Se cotto per assorbimento, utilizzando sempre il doppio del suo peso in acqua, si debbono allungare i tempi di cottura a 20-25 minuti. In entrambi i casi, si scola l’acqua o il brodo in eccesso, e si sgrana con la forchetta, aggiungendo a piacere un filo di olio extravergine d’oliva.

Amici, il Bulgur è un alimento completamente naturale, che conserva tutti i vantaggi del cereale dal quale è ricavato. Ecco le sue principali virtù. In primis, è una importante fonte di fibre, dall’alto potere digestivo, che favorisce il mantenimento della flora batterica intestinale e facilita l’eliminazione delle scorie dall’organismo; inoltre, limitando l’assorbimento di colesterolo LDL, contribuisce a mantenerne sotto controllo i livelli complessivi nel sangue.

Altro elemento importante è l’alto contenuto  di vitamine. Il Bulgur è una preziosa fonte di vitamine, in particolare del gruppo B, elementi fondamentali per una corretta sintesi energetica da parte del nostro corpo. La vitamina B2, in particolare, svolge un’importante funzione di regolazione del giusto rilascio di energia per lo svolgimento delle funzioni quotidiane; inoltre, è un alleato della linea: nonostante il Bulgur sia ricco di carboidrati, amido e proteine, presenta un elevato potere saziante che lo rende ideale in caso di diete light per il controllo e il mantenimento del peso. Grazie, poi, al buon contenuto di sali minerali, il Bulgur regala una buona quantità di nutrienti essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo; rappresenta, quindi, un importante alleato del benessere. In particolare, il calcio, di cui è ricco, contribuisce a rafforzare la salute delle ossa, mentre sodio e potassio aiutano a riequilibrare il passaggio dei liquidi a livello cellulare. In più, il ferro presente in questo ingrediente favorisce la produzione di globuli rossi per il corretto funzionamento della circolazione sanguigna;

Infine, il Bulgur risulta essere un ottimo alleato del metabolismo: la presenza di fibre e sali minerali rendono il Bulgur un alimento particolarmente utile nel prevenire disturbi metabolici, come ad esempio l’obesità. Un buon consumo costante di questo prezioso alimento, consente, infatti, all’organismo di assorbire attraverso la digestione i nutrienti dei quali ha bisogno, eliminando invece quelli potenzialmente nocivi alla salute complessiva. Cari amici, il Bulgur è dunque un alimento versatile e saporito,  che si rivela ottimo per portare in tavola tutta la bontà di un piatto che sa unire tradizione e contemporaneità. Una pietanza perfetta, sia da servire calda, oppure come piatto freddo, ma che rappresenta un’ottima alternativa per tutti coloro cha hanno voglia di riscoprire l’antico, sperimentandolo in modo nuovo in cucina.

A domani.

Mario

martedì, aprile 16, 2024

LE DIVERSE FILOSOFIE DI VITA PRESENTI NELLA CULTURA ORIENTALE E IN QUELLA OCCIDENTALE. IL CURIOSO FENOMENO COMPORTAMENTALE DEGLI “JOHATSU” IN GIAPPONE.


Oristano 16 aprile 2024

Cari amici,

La filosofia di vita giapponese è alquanto diversa dalla nostra. Tra Oriente e Occidente esistono differenze culturali diversissime, con comportamenti sociali che a noi occidentali possono apparire addirittura sconcertanti. Si, nella cultura orientale, in particolare in Giappone, la vergogna della sconfitta è qualcosa di assolutamente insopportabile. Chi sbaglia, non importa per quale ragione, vive la caduta sociale in maniera così traumatica che decide di eclissarsi, decidendo, in segreto, di abbandonare la Comunità di appartenenza.

Nella particolare filosofia di vita orientale questi soggetti vengono definiti “JOHATSU” (un termine che significa “evaporati”, cioè, spariti). Per evitare di essere pesantemente giudicati dalla Comunità di appartenenza, quelli che hanno compito degli errori (che li avrebbero messo in cattiva luce nella Comunità), decidono di sparire nel nulla per la vergogna. Un modo drastico ma certamente etico, senza false giustificazioni per l'errore commesso, sia esso di natura economica che sentimentale. Indubbiamente quella orientale è una filosofia di vita fatta di principi sani e rispettosi, ben diversa da quella occidentale, fatta di variegati sotterfugi e inappropriate giustificazioni.  

Seppure con il passare dei secoli l'arrivo della Globalizzazione abbia contribuito a contaminare le diverse culture, quella giapponese, pur essendosi nel tempo avvicinata a quella occidentale, ha mantenuto quegli stili di vita consolidatisi nei millenni, continuando a praticare una filosofia dell’esistenza assai distante dalla nostra. Per questo, quando noi occidentali sentiamo parlare degli JOHATSU, sulle prime non riusciamo a capire le profonde e radicate ragioni di questo fenomeno. Vediamo insieme come viene portato a termine questo strano modo di “scomparire” volontariamente.

Una volta maturata la decisione, inizia la concretizzazione del cambio di luogo e di identità, abbandonando la Comunità di appartenenza. Si pensa ad un nuovo nome, a reperire una nuova casa, a cambiare sia i contatti telefonici che per e-mail. A volte, addirittura, si decide di sparire senza assumere nessuna nuova identità e nessun contatto. Un modo silenzioso di allontanarsi da tutto ciò che era relativo al passato, raggiungendo un nuovo luogo dove iniziare una nuova vita. Ci si allontana dalla Comunità in punta di piedi, effettuando il trasloco addirittura durante la notte.

Inutile negare che la decisione presa di sparire senza lasciare traccia lascia nella persona che la mette in atto tracce indelebili: è una decisione che comporta un grande rivoluzionamento dello stato d’animo, come spavento, ansia per il futuro e grande turbamento, per un passo che inizialmente è un salto nel buio. Amici, eppure questo comportamento in Giappone è così radicato che viene praticato ogni anno da molte persone.

Deludere con il proprio comportamento errato la Comunità di appartenenza, nella cultura giapponese, rappresenta una sconfitta insanabile, per cui chi sbaglia, uomo o donna che sia, decide di diventare JOHATSU. Questo convincimento della impossibile accettazione della sconfitta fa sì che decidano di “sparire” non solo quelli che hanno subito una sconfitta economica, ma anche quelli che in famiglia o nella vita sociale hanno avuto problemi relazionali di rilievo.

Si, amici, rientrano nella categoria JOHATSU anche coloro che perdono l’armonia familiare o sociale; quelli che sono sposati e divorziano, oppure coloro che, da coniugi e con figli, si innamorano di un’altra persona. Culturalmente, per i giapponesi, la comunicazione tra le parti non è fondamentale quando c’è un problema sentimentale: si preferisce sparire senza dare spiegazioni (come per il ghosting), perché da un certo punto di vista il sistema johatsu è ritenuto più semplice e lineare.

Sul problema JOHATSU sono stati scritti diversi libri. Il libro “The Vanished”, per esempio, scritto da Lena Mauger, tratta e analizza le ragioni degli Johatsu e i concetti di onorabilità e vergogna correnti in Giappone. Evaporare, per gli Johatsu, è facile, perché il Giappone ha delle leggi sulla privacy molto stringenti e quindi nessuno può rintracciare qualcuno che si è allontanato volontariamente, neppure se si pensa che sia in pericolo. A Tokio esiste addirittura un quartiere dell’area metropolitana che ufficialmente non esiste: in realtà questo quartiere si chiama Sanya ed è stato cancellato dalle mappe da alcuni decenni, diventando la meta preferita di chi evapora, perché lì si può vivere anche senza documenti o come senzatetto senza essere disturbati.

Cari amici, Yukio Mishima, uno dei più grandi scrittori giapponesi che si suicidò per onore, per protestare contro l’occidentalizzazione del Giappone, scrisse: «Le cose perdonabili sono, in verità, pochissime», e in Giappone culturalmente l’onore è una questione a cui non si può proprio rinunciare! L’onorabilità, cari lettori, è un concetto davvero particolare, tanto che cambia a seconda della filosofia di vita vigente nei diversi luoghi; per noi italiani, ne sono certo, il concetto di onorabilità giapponese credo che sia lontano anni luce dalla nostra filosofia di vita!

A domani.

Mario

 

lunedì, aprile 15, 2024

L'IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE NELLA SCUOLA E NEL LAVORO. IL PASSAGGIO DALL’INSEGNAMENTO IN AULA A QUELLO ON LINE, CON “L'E-LEARNING”.


Oristano 15 aprile 2024

Cari amici,

A quelli della mia generazione, che per una vita intera hanno conosciuto l’istruzione scolastica in aula, i successivi corsi di apprendimento e quelli di formazione, esclusivamente in locali fisici (scuole o aziende), viene difficile pensare che tutto questo, oggi, possa avvenire senza muoversi dalla propria casa, accendendo semplicemente il computer. Si, per imparare un corso di lingue, un corso professionale o formativo e apprendere tutto ciò che ci occorre conoscere, basta questo! Viviamo in un’epoca in cui i docenti e le aule fisiche dove apprendere, così come i libri cartacei, sono diventati obsoleti, sostituiti da pubblicazioni e lezioni in digitale e on line, che possiamo consultare addirittura dal nostro smartphone.

È questa, indubbiamente, una rivoluzione culturale senza precedenti, se pensiamo che possiamo addirittura conseguire titoli di studio universitari seguendo i corsi on line. Si, amici, la formazione di cui ognuno di noi ha bisogno, con il progredire dell’informatica, è stata totalmente rivoluzionata e, a detta dei più, questa nuova modalità formativa è considerata già vincente, in quanto sempre più diffusa e apprezzata, comportando vantaggi non indifferenti. Si, amici, viviamo immersi in un mondo fortemente digitale, e di conseguenza l’utilizzo dei nuovi strumenti sta trasformando il concetto stesso di apprendimento.

I corsi di formazione online, ben diversi da quelli precedenti tenuti in ambienti fisici e con i docenti in presenza, vengono oggi svolti in modalità E-LEARNING, trasmessi con l’utilizzo di un portale accessibile online, dove  i software e le piattaforme di e-learning offrono un acculturamento didattico facilmente comprensibile; corsi che mettono on-line percorsi di studio, seminari e master anche di livello universitario, considerati di vera eccellenza. Formazione on line valida anche in campo lavorativo, con un maggiore acculturamento dei dipendenti interessati.

Amici, l’E-LEARNING è indubbiamente un’innovazione significativa, che consente diversi vantaggi, a partire dal risparmio delle spese di trasferimento per seguire i corsi, oltre al fatto che l’apprendimento può essere fatto nelle ore più consone per ogni persona che necessita della formazione. Ecco, vediamo insieme come funziona la formazione con l’utilizzo dell’E-LEARNING e quali vantaggi è in grado di offrire. Per utilizzare questo nuovo sistema di “Formazione a distanza”, è innanzitutto necessario avere a disposizione una  connessione internet, un dispositivo elettronico connesso (smartphone, PC, tablet), una piattaforma e le necessarie applicazioni Web attraverso le quali viene erogato l’insegnamento.

Una volta che si hanno a disposizione questi elementi, siamo pronti a seguire le lezioni di apprendimento, senza che sia necessario frequentare lezioni in presenza, in un’aula o in un altro luogo fisico, ma è sufficiente seguire delle videolezioni anche da casa, dando poi un esame al termine del corso. Esistono numerose tipologie di E-LEARNING adatte a tutte le necessità formative, tanto che la rapida crescita digitale ha favorito lo sviluppo di molte nuove piattaforme, sfruttabili per la formazione a distanza di pochi studenti o anche di un numero elevato.

Nelle Università on line gli studenti possono, dopo aver seguito le lezioni, studiare per proprio conto, ma allo stesso tempo possono anche interagire con il docente on line per porre domande, presentare opinioni, chiedere chiarimenti. Tramite le opportune piattaforme gli studenti possono anche scambiarsi informazioni, materiali e altre forme di supporti didattici tra loro. Al termine del corso o delle lezioni, il docente ha diversi modi per testare le conoscenze e le competenze acquisite dagli allievi: per esempio, è possibile effettuare degli esami in videochiamata (come avviene per le università), oppure dei test scritti per via telematica.

Oggi L’E-LEARNING è utilizzato per moltissimi livelli di apprendimento: dall’insegnamento superiore e universitario ai diversi corsi di formazione lavorativa; nelle università, in particolare quelle on line, il numero dei corsi fruibili via web è in costante aumento; cresce l’utilizzo anche nelle scuole superiori, così come nei diversi ambiti di formazione lavorativa, nell’aggiornamento dei professionisti e dei dipendenti di alto e medio livello, per i quali l’aggiornamento è sempre più indispensabile.

Cari amici, l’E-LEARNING, oramai, ha praticamente dato un colpo mortale alla didattica tradizionale, e le università e le aziende lo utilizzano sempre più con successo, aggiornandolo e modificandolo, in modo da offrire sempre al meglio l’aggiornamento formativo. In futuro sarà l’E-LEARNING a garantire con successo la formazione dei Leader di domani!

Per ora è tutto, a domani.

Mario