domenica, marzo 01, 2009

RISCOPRIAMO LA NATURA!






Ho il piacere di riportare una squisita lezione della Prof. Giovanna Rau, di Tempio Pausania, su un arbusto della nostra terra: Il Corbezzolo. Il pezzo è stato recentemente pubblicato sul bollettino del R.C. di Tempio Pausania.



Grazie Giovanna!

IL CORBEZZOLO

Il Corbezzolo, dal nome scientifico “Arbutus Unedo“, è pianta comune in Sardegna e proprio in questo periodo offre dei frutti giallo – rossastri che ci invogliano a coglierli e mangiarli. Il nome Arbutus deriva dal celtico ”arbois” che significa frutto verrucoso, mentre unedo è la contrazione latina di “unum tantum edo” ovvero ne mangio uno solo, riferito al frutto perché considerato poco commestibile e indigesto.
Nell’antichità non era molto conosciuta come pianta fitoterapica, anche se in alcuni posti veniva utilizzata la corteccia o la radice in decotto per curare le infiammazioni dell’apparato renale. Ma la parte della pianta che veniva e viene utilizzata maggiormente è il frutto, sia per la preparazione di marmellate che per ricavare l’acquavite o la “sabba”.
La bacca del corbezzolo ha azione astringente ed è per questo che si consigliava di mangiarne poche, così la marmellata che da essa se ne ricava. Le foglie in fitoterapia sono usate sotto forma di infuso o tintura madre per curare le infiammazioni delle vie urinarie, le cistiti, i calcoli renali, l’ipertrofia prostatica.
L’attività delle foglie del corbezzolo è soprattutto antisettica e antibatterica sia del tratto urogenitale che intestinale.
Dalle foglie si estrae “l’arbutina” che viene utilizzata in cosmesi nelle creme e tonici per attenuare le macchie brune della pelle. La legna del corbezzolo ha inoltre un alto potere calorifero e viene utilizzata sia per il riscaldamento domestico che nei forni a legna, mentre dalle radici si ricava il carbone, sempre con potere calorifero alto.



Giovanna Rau

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