domenica, febbraio 21, 2010

SPLENDIDI LUOGHI D'INCONTRO: LA BASILICA DI S. PIETRO DI SORRES A BORUTTA.







ORISTANO 21 FEBBRAIO 2010
Cari amici,

Un IDIR davvero “storico” quello di ieri, organizzato dal Rotary Club di Thiesi, Bonorva, Pozzomaggiore a BORUTTA, nella Basilica di S.Pietro di Sorres.
Storico dal punto di vista dei luoghi ma anche per la incredibile riuscita: una partecipazione al di sopra di ogni più rosea previsione. Erano presenti quasi tutti i club della Sardegna (solo 2 assenti per giustificati motivi), compreso il “nuovo club, quello del “ Centro-Nord Sardegna”, ormai quasi arrivato al termine dell’iter procedurale. In totale oltre 150 i rotariani presenti, che affollavano una meravigliosa sala riunioni risalente all’XI secolo che regalava ai partecipanti un’atmosfera profonda e coinvolgente. Ad ornare le nude pareti, in alternanza bi-croma di calcare e basalto, 15 litografie di Aligi Sassu, rappresentanti una ” Via Crucis “ di particolare intensità.
Veramente azzeccata e la scelta del luogo da parte di Club organizzatore: è proprio vero, come ha sostenuto il Governatore Luciano Di Martino, che spesso i club numericamente piccoli annoverano al loro interno capacità e professionalità di alto spessore, alla pari di club ben più blasonati.
La basilica di cui parliamo ha una storia antica e di grande prestigio che vorrei, per chi poco la conosce, riepilogare almeno in sintesi.

La stupenda chiesa romanica di San Pietro di Sorres, situata nel comune di Borutta (Sassari), in capo ai monaci Benedittini Sublacensi, è stata edificata, nei secoli XI-XII, come cattedrale della scomparsa diocesi di Sorres. Questa, come altre diocesi e cattedrali della Sardegna, sorse come conseguenza della riforma della Chiesa, voluta dal papa benedettino Gregorio VII. Il legame con la sede romana del papato spiega il perché la chiesa sia stata dedicata a san Pietro.
Il colle (m. 570) su cui si erge l’edificio sacro, fu scelto, molto probabilmente, perché già nei secoli precedenti gli era stata riconosciuta una notevole importanza strategica. Non è un caso che dietro la chiesa, sia rimasta la base di un nuraghe trilobato, attorno al quale sono stati trovati reperti che fanno arguire la presenza militare dei vari conquistatori dell’Isola: Punici, Romani, Bizantini. La stessa ampiezza delle rovine dell’antico episcopio fanno supporre che di San Pietro di Sorres si sia voluto fare una Cattedrale fortificata.
Il territorio dell’antica diocesi corrispondeva alla zona geografica della Sardegna denominata Meilogu e comprendeva, tra le altre località, anche Monte Santo di Siligo dove, nel 1065, ci fu il primo insediamento dei Benedettini in Sardegna inviati da Monte Cassino.
I Vescovi più insigni della diocesi di Sorres furono monaci cistercensi. Tra essi va ricordato il Beato Goffredo da Meleduno che resse la diocesi dal 1171 al 1178. Egli, come gli altri monaci – vescovi, proveniva da Chiaravalle (Clairvaux), il celebre monastero di san Bernardo, dove si era fatto monaco ed aveva finito i suoi anni il Giudice Gonario di Torres.
La storia della diocesi di Sorres si legò a quella della Sardegna che dai Giudicati autonomi passò, dopo alterne vicende legate all’influenza ora di Genova ora di Pisa, sotto la dominazione aragonese. Fu dunque, anche la sua, una storia di progressivo declino.
Quando, nel 1503, il papa Giulio II unì definitivamente la diocesi di Sorres a quella di Sassari, già da tempo la villa di Sorres si era spopolata e il Vescovo aveva lasciato la sua residenza per stabilirsi a Borutta.
Nei secoli successivi, abbandonata a se stessa, la cattedrale divenne fienile e ricovero di animali; l’episcopio fu completamente distrutto e le sue pietre andarono ad abbellire le case dei paesi vicini.
Nel 1950 il complesso monumentale di Sorres fu affidato ai monaci Benedettini dell’Abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma, che, restaurata la Chiesa, costruito l’attuale monastero su disegno del monaco ingegnere P.Agostino Lanzani, la sera del 7 settembre 1955 a San Pietro di Sorres, ripresero a praticare l’antica vita monastica benedettina.
Proprio in questo antico luogo i rotariani sardi hanno tenuto il loro incontro di formazione rotariana che ha affrontato i più importanti problemi attuali: alfabetizzazione, sanità e fame, risorse idriche. I lavori sono stati aperti dal Governatore Luciano Di Martino che nel saluto di benvenuto ha ringraziato la Presidente del Club, Rosanna Schirru, per la grande capacità organizzativa dimostrata. A seguire gli interventi del PDG Angelo Cherchi che ha illustrato la sempre maggiore necessità del Piano Direttivo di Club, di Vannina Mulas, che ha affrontato il problema dell’Alfabetizzazione, di Emanuele Angelucci che ha parlato di Sanità e fame e di Angelo Aru che, invece, ha parlato della drammatica carenza in tanti Paesi di risorse idriche adeguate. Infine l’altro argomento di basilare importanza per il futuro del Rotary: la crescita dell’effettivo. Salvatore Fozzi, Coordinatore della Commissione Distrettuale per l’Effettivo ha ribadito che, pur nella necessità di crescita e rinnovamento, tutto questo non possa avvenire che attraverso l’oculata scelta dei “nuovi rotariani”.
Qualità, soprattutto, prima della quantità. Solo così potremo evitare errori che potrebbero diventare, in futuro, fonte di problematiche difficili da gestire.
La vivace interazione con la sala, alla fine del dibattito, ha evidenziato quanto fossero interessanti gli argomenti trattati. Sono intervenuti, con la loro esperienza anche gli altri PDG presenti all’incontro: Franco Cabras, Lucio Artizzu e Giorgio Di Raimondo, oltre che Assistenti, Presidenti e soci dei vari club.
Dopo le considerazioni conclusive del Governatore, che ha esternato tutto il suo gradimento per l’intensa partecipazione, un piacevolissimo convivio ha ulteriormente rafforzato l’amicizia rotariana.
E’ cosi che il Rotary, che il prossimo 23 Febbraio si appresta a festeggiare i suoi primi 105 anni, potrà davvero affrontare con capacità, competenza e determinazione il suo futuro percorso.

Ecco alcune foto della bella manifestazione.

Mario Virdis

















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