venerdì, agosto 19, 2011

PASSIFLORA, LA PIANTA CHE CI RICORDA LA PASSIONE DI CRISTO!


Oristano 19 Agosto 2011

Cari amici,


Oggi mi è venuta voglia di parlarvi della passiflora .


E’ questa pianta un rampicante che ho conosciuto fin da bambino nel cortile di casa. I suoi fiori mi hanno sempre appassionato, direi incantato! Ricordo ancora che alla prima fioritura Mamma, osservando il fiore sbocciato con le amiche, commentava con commozione che quel fiore aveva in se tutti gli strumenti della passione di Nostro Signore Gesù Cristo. In effetti…a ben guardare i segni c’erano proprio tutti!



Con questo mio scritto voglio ripercorrere con Voi la storia di questo bellissimo arbusto che tanto ha scatenato la fantasia dell’uomo, sia ieri che oggi.



Il genere Passiflora, nella classificazione botanica universalmente accettata delle Dicotiledoni, è ascritto alla famiglia delle Passifloraceae, a loro volta inserite nell'ordine delle Passiflorales, Tribù Passifloreae. La famiglia delle Passifloraceae contiene oltre 600 specie divise nei generi: Passiflora, Adenia, Modecca, Gynopleura, Ophiocaulon, Smeathmannia ecc.. Tra queste il genere Passiflora è il più importante. Da solo comprende oltre 520 specie, quasi tutte adattate al portamento rampicante e lianoso; ma esistono anche cespugli, alberi e piante ( alcuni alti fino a 5-6 metri), perenni ed annuali. Alcune sono ancora oggetto di controversie tra gli esperti per arrivare ad una classificazione corretta e definitiva. Ma nel frattempo ne sono state scoperte di nuove anche recentemente. In zone impervie delle Ande o nelle foreste inesplorate ve ne potrebbero essere ancora da identificare.


Gli ibridi sono moltissimi, proprio grazie all'alto numero di specie che possono essere combinate tra loro. In questo modo sono state ottenute piante eccezionalmente belle. Istituti specializzati stanno attuando piani sistematici di ibridazione, cosicché molti altri ne verranno registrati.




E. Killip nella sua pubblicazione del 1938 (The american species of Passiflora) ha diviso il genere Passiflora in 24 gruppi omogenei denominati 'Sottogeneri' a loro volta suddivisi in 'Sezioni' ed in 'Serie'. La classificazione è quindi complessa e ciò è dovuto al numero elevato di specie che si sono evolute differenziandosi in varie direzioni. Recentemente (2004) questa Classificazione è stata rivista a cura di John MacDougal ed altri, ed ha sostituito quella di E. Killip accorpando molto sottogeneri in 'supersezioni'.


La provenienza geografica della maggior parte delle Passiflora è l'America centromeridionale, in particolare le vaste zone, tropicali e subtropicali, che vanno dalla cordigliera delle Ande fino alle coste dell'Oceano Atlantico. Nazioni ricche di queste piante sono: Brasile, Venezuela, Costa Rica Nicaragua, Guatemala, Columbia, Ecuador, Bolivia, Messico, Guyana, Perù, Paraguay, Argentina, Honduras, Giamaica, ecc. Alcune specie, in numero più limitato, sono invece nordamericane (Stati Uniti), australiane ed asiatiche. Questi rampicanti furono importati in Europa nella prima metà del secolo 17°. Tra di essi in particolare la P. caerulea si è ormai naturalizzata in diverse località della nostra penisola, specialmente nell'Italia centro meridionale.




Il nome 'Passiflora' pare sia stato attribuito da Leonard Plukenet nel 1696. Linneo nel 1753, adottando il termine, confermava che questo particolare nome era derivato dalle parole latine Flos Passionis, fiore della passione, con riferimento alla passione di Gesù Cristo. La pianta in effetti, nelle differenti parti del fiore, ricorda realmente gli strumenti della crocefissione di Cristo: i filamenti disposti a raggiera ricordano la corona di spine, lo stilo al centro è la colonna della flagellazione, gli stimmi i chiodi, lo stame, la spugna imbevuta di aceto, le cinque macchie rosse sulla corolla rappresenterebbero, infine, le cinque piaghe.



I segni identificativi degli strumenti della passione nel fiore della “Passiflora” pare che siano stati individuati, anche se non vi è certezza, dai primi missionari, i Gesuiti, che cercarono di evangelizzare l’America, a seguito della scoperta del Nuovo Mondo fatta da Cristoforo Colombo. Ad essi, suggestionati dalla accesa volontà di convertire i popoli americani, non sarà sembrato vero di 'vedere' in un fiore di quel continente i segni della Passione. Guglielmo Betto, nel suo libro 'I frutti tropicali in Italia' cita un 'Erbario o Storia Generale delle piante' di Pietro Antonio Michiel pubblicato tra il 1553 ed il 1565 nel quale è presente la Passiflora, già allora coltivata in Italia. Il missionario Padre Giacomo Bosio nel 'Trattato sulla Crocifissione di Nostro Signore' del 1610 aveva descritto i simboli della passione di Cristo presenti nei suoi fiori: i 3 chiodi sono rappresentati dai 3 stigmi, la corona di spine dalla corona dei filamenti, i 5 petali ed i 5 sepali simboleggiano i 10 apostoli rimasti fedeli a Gesù Cristo, l'androginoforo richiama la colonna della flagellazione ed i viticci ovviamente rappresentano i flagelli; le 5 antere sono le 5 ferite; la leggenda ha trovato altri riferimenti, altre fantasiose e suggestive analogie. Bellissime sono le stampe disegnate durante la Real expedicion botanica nel nuevo reino de Granada (Colombia) a cura di José Celestino Mutis.



Vediamo ora le caratteristiche principali di questa specie, partendo dalle…radici!




Le radici di queste piante sono generalmente fascicolate, in alcuni casi sono carnose, a volte con produzione di pollini radicali, alcune specie come la Passiflora tuberosa hanno radici tuberose.



Il fusto abbondantemente ramificato, è sottile, talvolta cavo, a sezione rotonda, quadrata, triangolare o poligonale, solitamente di colore verde nei giovani esemplari, ricoperto da corteccia nei soggetti vetusti. Le foglie sono alterne, di forma, consistenza, dimensioni ed aspetto variabili, con specie a foglie semplici lanceolate, bilobate o palmate con 3-9 lobi, con dimensioni molto variabili.





I fiori hanno caratteristiche e strutture uniche nel mondo vegetale e sono molto apprezzati per la loro indubbia audace eleganza. Grazie ai loro vivaci filamenti richiamano la bellezza dei fuochi artificiali; sono normalmente ermafroditi, ascellari e solitari, raramente riuniti a coppie come nella Passiflora biflora, o riuniti in racemi come si può osservare nella Passiflora racemosa; le dimensioni sono molto variabili in dipendenza della specie, potendo arrivare al diametro di 12-15 cm della Passiflora.. quadrangularis.







I frutti sono generalmente bacche ovoidali o allungate, ricoperte da un leggero tegumento che, a maturazione, si colora di giallo, viola, blu o nero, a volte con striature gialle o verdi, a volte è una capsula deiscente a maturazione, di varie dimensioni; all'interno del frutto si trova una polpa gelatinosa (arillo) che contiene piccoli semi di forma appiattita, cuoriformi, di colore scuro, coriacei e rugosi.



I semi delle passiflore sono piatti, cuoriformi, scuri con cuticola dura dotata di caratteristiche rugosità. Misurano normalmente da meno di 1 mm, a 4-5 mm di lunghezza. Per farli germinare con maggiore facilità occorre lasciarli almeno un giorno in acqua tiepida prima della semina. La germinazione e la crescita delle piantine è favorita da una temperatura attorno ai 25 °C.


La nostra penisola, grazie alla varietà di zone climatiche presenti, che comprendono perfino quelle subtropicali (Sicilia e Sardegna…in particolare), è sicuramente privilegiata, rispetto ad altre nazioni europee, per la coltivazione di un gran numero di specie, senza particolari accorgimenti. Le Passiflore più rustiche si prestano ad essere coltivate in piena terra, ma tutte crescono benissimo anche in vasi di dimensioni appropriate. Naturalmente nelle zone dove si hanno frequenti e prolungate gelate invernali (pianura padana ecc.) quest'ultima è una scelta obbligata per la maggior parte delle specie. E' facilissimo riprodurre le passiflore, forse più facile e più rapido per via agamica (talea, margotta, propaggine ecc.).



Coltivate in piena terra necessitano di un terreno sabbioso, povero, assolutamente drenante; PH possibilmente neutro, o, al più, leggermente alcalino, da 6.5 a 7.5. Per la coltivazione in vaso, ognuno ha la sua "ricetta miracolosa" in merito al terriccio, anche se, in pratica, tutti sono pienamente concordi sulle caratteristiche sopra dette (sabbioso, povero,....); ciò che varia è la scelta dei componenti da utilizzare (perlite, vermiculite, pomice, sabbia di fiume - terriccio pronto a base di torba, terra di giardino - humus di lombrico, stallatico) e le percentuali di utilizzo degli stessi. In generale la temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 5-10 °C per la maggior specie, anche se alcune hanno bisogno di temperature maggiori e altre invece sopportano anche basse temperature.




Ecco una rapida carrellata delle principali specie coltivate.


- Passiflora actinia, Hook. (1843) proviene dalle zone montuose del Brasile, ha una fioritura eccezionale con fiori bianchi e filamenti blu, sopporta brevi gelate (min. – 3°C).


- Passiflora alata, Curtis (1788),originaria del Brasile, Perù, porta grandi foglie e fiori rosso intenso, profumati, Giugno-Ottobre. Ai fiori seguono i frutti, commestibili, gialli a maturazione e di forma ovoidale. Rusticità limitata solo a zone climatiche miti (min. 5°C.)


- Passiflora amethystina, Mikan (1825), originaria del Brasile, porta foglie e fiori grandi, malva scuro-porpora, si differenzia poco dalla P.violacea, adatta a zone miti (min. 5°C.).



- Passiflora antioquensis, Karst.(1859), Tacsonia, originaria delle zone montuose della Colombia e in particolare della zona di Antioquia, da cui il nome. I fiori sono grandi, rosa scuro, seguiti da frutti molto buoni (min. 5°C.).



-Passiflora aurantia, Forster (1786), originaria del Queensland ed è specie di lontana introduzione, i fiori sono bianco-rosato e arancio, è pianta adattabile nella zona degli ulivi, (min.7°C).


-Passiflora caerulea, L.,/1753), originaria del Brasile, Argentina, specie semirustica ma adattabile anche nei climi medio-freddi, aiutando gli esemplari giovani con pacciamature al piede nel periodo invernale. I fiori sono solitari, lievemente profumati. Questa specie ha dato seguito a molti ibridi interessanti, (min.-15°C).


- Passiflora capsularis, L. (1753), Decaloba, originaria del Sudamerica, porta piccoli fiori bianchi a stella, (min.5°C).


- Passiflora coccinea, Aubl.(1775), del Venezuela, le Guiane, Bolivia, Brasile, ha foglie grandi ovate, i fiori sono rosso scarlatto, grandi. Viene anche coltivata per i frutti ovali, gialli o arancioni, apprezzati in Sudamerica. Specie che può crescere solo nelle regioni più calde del sud, (min. 12°C).


- Passiflora coriacea, Juss (1805), Decaloba, originaria del Sudamerica, ha un fogliame particolare e piccoli fiori “coriacei” verde-giallino, (min.5°C).



- Passiflora edulis, Sims.(1818), “Purple Granadilla”, originaria del Sudamerica, ma si ritrova il tutto il mondo, coltivata e spesso naturalizzata. Non ama un clima particolarmente caldo, soprattutto se si vogliono vedere i frutti. I fiori sono grandi, bianco porpora, profumati, i frutti sono ovoidi, violacei striato di verde a maturazione, (min. 5°C.).



- Passiflora holosericea, L., (Decaloba), 1753, originaria dell’America centrale e Sudamerica, i fiori sono piccoli, bianco e giallo-arancio, profumati, (min.10°C).


- Passiflora incarnata, L.(1753) originaria del sudest degli U.S.A, specie molto vicina alla P. edulis, ma questa è possibile coltivarla anche nei climi freddi. Durante l’inverno la parte epigea secca per ricomparire in primavera. I frutti sono buoni da mangiare ma non squisiti come quelli della P. edulis, (min.-15°C).


- Passiflora laurifolia, L.(1753) “Water lemon”, il luogo d’origine sono le Antille, la costa orientale del Venezuela, Brasile e dell’Amazzonia peruviana, è specie vigorosa, i fiori sono larghi e profumati, bianchi e blu, seguono frutti ovoidi, polpa bianca acquosa marcatamente acidula, (min.10°C).


- Passiflora ligularis, Juss.(1805) “Sweet Granadilla”, dell’America centrale, Venezuela, Bolivia, di crescita vigorosa, coltivata per i grandi frutti a polpa bianca molto dolce, la cui coltivazione è molto diffusa ai tropici, (min. 5°C.).


- Passiflora maliformis, L.(1753), “Sweet Calabach”, originaria delle Antille, Colombia, Ecuador, Venezuela, di sviluppo vigoroso, porta fiori bianchi e porpora, profumati, seguono frutti ovoidi durissimi, per cui si sono meritati anche il nome di “Granadilla de piedra”, la polpa è arancione, con sapore che ricorda quello dell’uva.



- Passiflora manicata, Juss,(1807), Tacsonia, originaria delle Ande, Venezuela, Colonia, specie cha ha forse i fiori scarlatti più brillanti di tutte le varietà a fiore rosso, (min.0°C).


- Passiflora mollissima, Juss.(1811) Tacsonia, “Banana passion fruit”, originaria dell’America centrale, viene coltivata sia per i grandi fiori penduli rosa intenso sia per i frutti, le frutta sono grandi bacche ovoidali giallo carico a maturazione, simili a una piccola banana, (min.2°C).



- Passiflora quadrangularis, L.(1759), “Giant Granadilla”, originaria dell’America tropicale, è una delle specie più belle, sia per il fogliame che per i grandi fiori profumati.. E’anche una delle specie più coltivate per i grandi frutti, grandi come un uovo di oca e squisiti. Per una buona produzione di frutti però è necessario che vi siano più piante vicino, (min. 12°C).


- Passiflora racemosa, Brot.(1871), originaria del Brasile, è una delle specie più belle coltivate e molto utilizzata dagli ibridatori. I fiori sono grandi e, come dice il nome, a racemo, caratteristica molto singolare per questo Genere, rosso porpora che si aprono in successione, (min.7°C).



- Passiflora tucumanensis, Hook. (1839), originaria dell’Argentina, Bolivia, Paraguay, porta fiori bianchi e azzurri, coltivabile anche in climi medio freddi, (min. -10°C.)


- Passiflora umbilicata, Griseb (1893), originaria dell’Argentina, Bolivia, Paraguay, ad aletezze di 2400-3000 metri, porta fiori caratteristici color porpora, (min. 0°C).


- Passiflora vitifolia, Kunth (1817), Tacsonia, nativa dal Nicaragua al Perù, con foglie simili a quelle della vite, i fiori scarlatti appaiono lungo tutta la pianta, dal basso all’alto. I fiori attraggono le farfalle, (min.10°C).


La Passiflora, questo straordinario arbusto, non è interessante solo per la particolare bellezza dei suoi fiori, sotto certi aspetti unica. Essa è universalmente nota anche per le sue molteplici proprietà benefiche e salutari. Le specie particolarmente utilizzate a scopi medicinali sono la P. caerulea, la P. incarnata e la P. edulis.



Fin dall'antichità gli Aztechi, utilizzavano la passiflora come rilassante. Oggi con il frutto spremuto della passiflora incarnata si fanno degli ottimi frappè e frullati che secondo i brasiliani hanno un forte potere calmante. Tanti i principi attivi contenuti in questo preziosissimo arbusto. Ecco i principali. alcaloidi, armano, passiflorina, apigenina, luteolina, quercetolo, fitosteroli, acidi fenoli, cumarine, eterosidi, cianogenici, tracce di olio essenziale, flavonoidi, vitexina, isovitexina, saponaria, rutina, quercetina, apigenina, luteolina ed altri minori. Contiene anche ossicumarina, steroli, aminoacidi, acidi grassi ed organici.


Gli alcaloidi armanici, insieme ai flavonoidi esercitano un’azione spasmolitica, utilizzabile soprattutto a livello bronchiale, mentre ai flavonoidi viene attribuita l'azione sedativa. Il maltolo, l'etil-maltolo ed i flavonoidi potenziano l'effetto dei tranquillanti, mentre le armaline sono leggermente stimolanti. Le armaline dilatano le arterie coronarie, la cui occlusione può portare ad attacchi di cuore, quindi è un ottimo preventivo per i soggetti a rischio. Trattandosi di principi attivi particolarmente potenti , questi sono decisamente da IMPIEGARE sotto stretto controllo del medico! Il “fai da te” in questi casi non paga!



Ecco gli usi principali delle varie parti della passiflora.


L'infuso, lo sciroppo e l'estratto fluido delle parti verdi raccolte da giugno a settembre e fatte essiccare all'ombra in luogo arieggiato, vantano proprietà sedative del sistema nervoso, tranquillanti, ansioliti, oltre che antispasmodiche, curative dell'insonnia e dell'isterismo; inducono un sonno fisiologico e una attività diurna priva di ottundimento. Già ai tempi della prima guerra mondiale, la passiflora fu utilizzata nella cura delle "angosce di guerra".



L'infuso di foglie e fiori viene utilizzato per lapsicoastenia.



Le foglie sono ricche di flavonoidi e curarine ricche di proprietà sedativa e antispasmodica. La passiflora è indicata contro la tachicardia, l'ansia e l'insonnia.


Le caratteristiche farmacologiche della Passiflora incarnata la rendono utile per facilitare lo svezzamento dagli psicofarmaci, sempre se utilizzata in ambito medico e con raziocinio. (P. Campagna. Farmaci Vegetali. Minerva Medica ed. 2008).


In sintesi le attività della pianta sono essenzialmente sedative, antispasmodiche, utili nelle turbe del sonno ed in caso di ansia, nelle forme di nevrosi, isterica, fobica, ossessiva, post traumatica, nelle angosce, stimola un sonno fisiologico senza risvegli notturni, né senso di intorpidimento mattutino; utile anche nei disturbi della menopausa, nella tachicardia, la dispnea, le vampate di calore, lo stress, ed è preventiva per gli attacchi di cuore ( sentire sempre il proprio medico curante!) La Passiflora, inoltre, svolge una efficace azione sul sistema nervoso centrale con un blando effetto tranquillante-sedativo, ma non produce effetti narcotici. Rilassa anche il tessuto muscolare liscio dell'apparato digerente, quindi è un ottimo antispasmodico, con effetti digestivi. E' utile anche nei dolori mestruali in quanto rilassa i muscoli della parete uterina, aiuta nelle forme dolorifiche, nelle gastralgie e nelle dispepsie. Oltre il sempre necessario consulto del proprio medico curante è meglio non dimenticare mai che le donne, nel periodo della gravidanza, debbono evitare comunque di farne uso. Ad esempio le armaline, presenti nella passiflora , e che inducono la stimolazione uterina, rendono la pianta non adatta alle gestanti, l'uso concomitante della passiflora e di sedativi può potenziarne gli effetti. La passiflora è utile anche per medicamenti di uso esterno: è utile nel trattamento delle ferite in quanto uccide molte muffe, funghi e batteri patogeni.



Bisogna stare attenti all’ingestione di frutti crudi di P. caerulea: possono provocare nausea e vomito in seguito a ingestione. Essi contengono inoltre glicosidi cianogenetici con azione depressiva sul centro cardio-respiratorio. In caso di elevato sovradosaggio si possono verificare lievi effetti di carattere allucinogeno.



Pur essendo tra i rampicanti più belli, in Italia le Passiflore sono immeritatamente trascurate, da molti addirittura considerate come piante infestanti. Eppure nulla hanno da invidiare ai fiori più spettacolari, né mancano in esse varietà di forme, di colori e di bellezze tali da ritenerle uniche. La suggestione dei loro fiori originali, a volte perfino bizzarri, la bontà dei loro ottimi frutti, che riempiono l'aria di colori e di profumi, la loro eccezionale capacità medicamentosa che fa si che questa benefica e stupenda pianta possa curare e lenire una grande varietà di malanni, dovrebbe collocare le Passiflore nell’Olimpo del mondo vegetale! Ma cosi purtroppo non è.



A me sembra che il genere Passiflora abbia qualcosa di superiore rispetto alle altre famiglie di piante, quasi che sia avvenuta una evoluzione più avanzata. Osservando con attenzione questi vivaci rampicanti, si rimane stupiti proprio per la molteplicità, la diversità, la stravaganza e l'arte delle varie strutture: fiori, frutti, foglie, ecc. che presentano sempre qualcosa di stupefacente e di magico.


Bellezza e magia di una pianta unica, che ricorda nei suoi fiori il grande sacrificio fatto da Nostro Signore Gesù Cristo, che per la nostra redenzione si è immolato sulla Croce. Questa MAGIA ci viene raccontata da un poeta “ Anonimo” (reperito in RETE), che cosi la descrive in una poesia dal titolo



“LA LEGGENDA DELLA PASSIFLORA”. Eccola.


“ Nei giorni lontani, quando il mondo era tutto nuovo, la primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della Terra, e tutte fiorirono come per incanto.


Solo una pianta non udì il richiamo della primavera, e quando finalmente riuscì a rompere la dura zolla la primavera era già lontana...


- Fa’ che anch'io fiorisca, o Signore! Pregò la piantina.


- Tu pure fiorirai, rispose il Signore.


- Quando? Chiese con ansia la piccola pianta senza nome.


- Un giorno..., e l'occhio di Dio si velò di tristezza.


Era ormai passato molto tempo, la primavera anche quell'anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori. Tutte le piante, fuorché la piantina senza nome.


Il vento portò l'eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue...


- Vorrei piangere anch'io come piangono gli uomini - pensò la piantina con un fremito...


Gesù in quel momento le passava accanto, e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina pietosa. Subito sbocciò un fiore bizzarro, che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello, dei chiodi... era la passiflora, il fiore della passione.


(Autore ignoto)


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Ecco, cari amici del mio blog, l’interessante storia della stupenda Passiflora. Spero abbia appassionato anche Voi, come ha appassionato me!


Grazie della Vostra sempre splendida attenzione.


Mario



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