mercoledì, maggio 21, 2014

LA SARDEGNA, RICCA DI MATERIE PRIME E POVERA DI IDEE: LE NUMEROSE RISORSE NATURALI NON SFRUTTATE ADEGUATAMENTE, COME NEL CASO DELLA PERLITE DI MORGONGIORI.



Oristano 21 Maggio 2014
Cari amici,
non so quanti di Voi sappiano che la Sardegna, terra antica dove si trova praticamente la gran parte dei minerali esistenti sulla terra, anche quelli rari, dentro le sue viscere possiede anche una buona quantità di un minerale particolare: la “Perlite”. Per quelli che questo materiale poco lo conoscono, ecco una scheda che ne evidenzia le qualità, prima di parlare dei suoi mancati utilizzi in Sardegna.
La perlite è una roccia vulcanica della famiglia delle rioliti e daciti. Si presenta in natura variamente colorata, mentre, nella forma espansa, è di colore bianco. 
Questo minerale possiede l'eccezionale capacità di espandersi sino a 20 volte il suo volume originario quando è immessa in particolari forni alla temperatura di 850°/1000°C. Sotto l'effetto del calore l'acqua contenuta nel granulo si trasforma in vapore, gonfiando le pareti vetrose circostanti diventate plastiche e provocando il notevole aumento del volume del granulo stesso. Tale processo determina la formazione delle micro cavità all'interno che conferiscono alla perlite espansa la sua straordinaria leggerezza: ha una densità compresa tra i 35 e i 100 kg a metro cubo) e quindi  un eccezionale potere isolante: con una densità di 100 kg a mc e a 4°, la conduttività della perlite espansa è di 0,042 W/mK, valore inferiore rispetto a quello registrato a 24°, pari a 0,05. Quindi con l’abbassarsi della temperatura migliorano le sue caratteristiche di termo isolamento ed il suo grande potere isolante. Data la sua origine minerale è incombustibile e imputrescibile. Considerato che il processo di espansione a cui è sottoposta è irreversibile, di conseguenza il prodotto mantiene inalterate nel tempo le sue interessanti caratteristiche.
Proprio per la sua derivazione da roccia vulcanica, la perlite esposta al fuoco non brucia. Gran parte dei materiali perlitici sono utilizzati industrialmente nella forma espansa: oltre al basso peso specifico, le altre principali proprietà fisiche sono:
1)  bassa conducibilità termica;
2)  alta resistenza alla fiamma e al calore;
3)  inerzia chimica;
4)  alta capacità di assorbimento del suono;
5) capacità di assorbimento dell'acqua.

Proprio grazie alla sua alta capacità di assorbimento e di rilascio di liquidi è particolarmente adatta per l’arricchimento del suoli in agricoltura, nei quali aumenta la porosità, assicura la ventilazione delle radici e ne facilita la crescita, favorendo il drenaggio e lo scambio termico, sia in estate che in inverno. Risulta inoltre ottima per fabbricare prodotti isolanti per l’industria e come componente in manufatti per l’edilizia. Tre utilizzi (Agricoltura, Industria e Edilizia) che fanno delle Perlite un materiale prezioso e della zona di produzione un territorio capace di dare lavoro e benessere. Chissà perché in Sardegna, diremo noi, tutto questo però non avviene! Ecco, per fare un esempio, quello che succede a Morgongiori, un paese ai piedi del Monte Arci, dove da anni esiste una grossa cava di Perlite, che di benessere, cari amici poco ne ha portato, né al paese né ai suoi abitanti.

Il Monte Arci è un modesto rilievo vulcanico di età Plio-Pleistocenica formato da rocce riolitiche (le più antiche), andesitiche, trachitiche e rocce basaltiche (le più recenti) originatesi circa 4 milioni di anni fa. Questo Monte era conosciuto dall’uomo fin dal Neolitico, per i suoi giacimenti di ossidiana, la quale veniva utilizzata e commercializzata con gli altri popoli del Mediterraneo. Il sito estrattivo di Monte Sparau è ubicato nella falda occidentale del Monte Arci, in territorio di Morgongiori, ed è facilmente raggiungibile, percorrendo la strada statale n° 131 che da Cagliari conduce ad Oristano ed imboccando al km 70,400 sul lato destro la strada di penetrazione agraria che conduce al sito. Nel 1982 il sito estrattivo era di proprietà della Società Perlite Spa, la quale realizzò anche un impianto di macinazione in località Torregrande (Oristano). Ora la concessione è di proprietà della Ditta Sarda Perliti s.r.l. che si dedica all'estrazione del materiale perlitico. Il materiale viene asportato meccanicamente dalla roccia in posto e, attraverso mezzi meccanici, trasportato alla bocca del frantoio primario, in cui avviene la prima riduzione di dimensione.

In tutti questi anni (la cava di Perlite era discretamente attiva anche prima degli anni ’80 del secolo scorso) cosa ha guadagnato Morgongiori dalle migliaia di tonnellate estratta dalle viscere del suo territorio e trasportata con grandi cortei di camion nella Penisola, dove veniva lavorata e dove, principalmente, restava il valore aggiunto di un prodotto così prezioso? Poco e niente. Negli anni precedenti il 1980 (in particolare dal 1975 al 1979) ero Direttore del Banco di Sardegna di Ales. Quando, con la chiusura delle Esattorie il Banco subentrò nella gestione delle Tesorerie comunali, anche quella di Morgongiori fu amministrata dal Banco. Posso dirvi che gli introiti dell’Ente Comune di Morgongiori erano assolutamente irrisori, rispetto al valore della produzione che annualmente veniva estratta e portata via. Non solo. Il continuo andirivieni dei camion che trasportavano il materiale trasformava le strade del territorio in “mulattiere”, piene di buche ed avvallamenti per i carichi eccessivi dei mezzi meccanici. Alla fine, per il Comune, erano più le spese per la riparazione dei danni arrecati alle strade che gli introiti ricavati dalla concessione.
Cari amici, credo sia inutile possedere beni anche importanti se, poi, chi li ha non è in grado di farli fruttare. Possibile che non si sia mai cercato di chiedere con forza che a Morgongiori fosse costruito almeno uno stabilimento per la produzione di perlite espansa? Forse costruire uno stabilimento di isolatori per l’industria sarebbe stato più difficile, ma tenersi almeno "nella via di mezzo" avrebbe consentito una maggiore occupazione e valore aggiunto che sarebbe rimasto nell’Isola! 
Le applicazioni della Perlite sono tantissime, anche attraverso lavorazioni modeste. Nell’edilizia, per esempio: dal riempimento di intercapedini murarie al termoisolamento di sottotetti, dai massetti di pendenza e stratificazioni termoisolanti per coperture piane ai massetti termoisolanti alleggeriti per solai di interpiano, dagli strati termoisolanti per pavimentazioni al premiscelato per intonaci ed agli strati di isolamento per ammortizzazione acustica; così come in agricoltura: dalle colture idroponiche alla creazione di prati erbosi, dalla propagazione di piante tramite talee al vivaismo ed alla floricoltura.
Proprio per questo io penso che in tutti questi anni questo prodotto, presente in grande quantità, avrebbe potuto dare maggior benessere e lavoro al povero territorio della Marmilla, che, invece, continua ad restare sempre più povero. L'amara considerazione è che nei secoli la Sardegna continua ad essere “terra di conquista” per tanti, terra dove continua da secoli la politica di rapina delle risorse, senza benefici autentici, senza creare occupazione e benessere. Insomma, volenti o nolenti (come quando su questo blog ho parlato della fallimentare corsa all’oro di Furtei), i “furbi” vengono, prelevano, e lasciano ai sardi  macerie e inquinamento!
Siamo sicuri che non è tempo di smetterla? Riflettiamo seriamente…
Mario

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