sabato, giugno 28, 2014

UN INGEGNOSO E SEMPLICE SISTEMA PER DEPURARE: RCBR, L’ECO-IDEA… CHE NON TI ASPETTI! INAUGURATO A NOVARA IL PRIMO DEPURATORE DI ACQUE DI SCARICO CHE UTILIZZA …TAPPI DI PLASTICA!



Oristano 28 Giugno 2014
Cari amici,
chissà quanti ne buttiamo ogni giorno insieme alle bottiglie (di plastica), dove svolgono la funzione di chiusura. Sto parlando dei variamente colorati tappi di plastica che a milioni ogni giorno vengono gettati via. Eppure potrebbero essere proficuamente recuperati. C’è oggi una moderna macchina, semplice e risparmiosa, capace di depurare in modo egregio le acque di scarico, che utilizza proprio, per funzionare, migliaia di tappi di plastica.
La macchina in acciaio inox si chiama RCBR, acronimo di Rotating Cell Biofilm Reactor, e al posto di costosi dispositivi prestampati, dove far vivere e crescere il film di colonie batteriche responsabili della depurazione, impiega tappi di plastica riciclati, perfetti, per forma e materiale, come supporto per far crescere i batteri. Lo ha spiegato ad un folto pubblico, in una conferenza stampa, Dario Savini, amministratore delegato di Eco-Sistemi, la società che ha realizzato la macchina. Ma, per noi, non addetti ai lavori, come si spiega una macchina così curiosa che depura le acque con dei semplici tappi? Vediamo insieme di capirlo meglio.
Questo ingegnoso sistema di depurazione delle acque è appena entrato in funzione a Novara, nel birrificio Hordeum che - tra birra bionda, ambrata, weiss e strong ale - produce ogni giorno 5,5 metri cubi di refluo di produzione: un carico inquinante pari a quello di circa 300 abitanti equivalenti. Nel caso specifico, sono stati impiegati 430 kg di tappi, acquistati da una Onlus locale (tappi raccolti sotto forma di donazioni ricevute per aiutare persone disagiate), cui va il merito, tra le varie attività portate avanti, di occuparsi delle campagne di raccolta e di riciclo dei tappi delle bottiglie. L’impianto realizzato, rispetto a quelli tradizionali, ha consumi inferiori: 1.2-1.5 kW/ora, ovvero circa un decimo dei consumi dell’impianto classico. "Riusciamo ad abbattere drasticamente i costi perché facciamo ricorso a due moduli che vengono azionati da un solo motore elettrico e perché utilizziamo i tappi delle bottiglie in plastica – dice Dario Savini della Eco-Sistemi - del resto il biofilm batterico ottiene l’ossigeno per svolgere il proprio lavoro dalla rotazione del sistema in atmosfera e non attraverso compressori dedicati".
Queste macchine depuratrici rotanti, chiamate RCBR, sono moduli autoinstallanti di dimensioni molto contenute, che realizzano il processo di rimozione degli inquinanti organici biodegradabili composti da carbonio, azoto e fosforo, attraverso un processo biologico noto come "sistema a biomassa adesa". In questi sistemi, oggetti plastici (come i tappi), detti "carriers (trasportatori) biologici" vengono messi a contatto con le acque reflue da depurare e sviluppano autonomamente un biofilm batterico in grado di "nutrirsi" delle sostanze inquinanti presenti nelle acque, restituendo acqua pulita all’ambiente. Queste macchine hanno un ampio spettro di applicazione per tutte le tipologie di refluo biodegradabile, quindi reflui civili urbani e di produzione industriale di tipo agroalimentare e zootecnico (es. lavaggio frutta/verdura, produzione vino, birra, succhi di frutta, lavorazione carni, allevamenti ecc.).
La macchina RCBR è in grado di ossigenare la popolazione batterica senza l’uso di compressori e di realizzare una popolazione batterica attiva di grande estensione in volumi molto contenuti. 
Ma, direte Voi, in che modo? La macchina è costituita da un cestello rotante rinforzato in acciaio inox che ruota lentamente all’interno di una vasca (sempre in acciaio) dove vengono fatte confluire le acque sporche da depurare (semplicemente mediante una pompa che trasferisce il liquido da depurare da una fossa biologica alla macchina). Il cestello è pieno al 100% di elementi plastici (tappi), carriers biologici che ruotando nell’acqua sporca sviluppano una pellicola batterica. Se il cestello ruota parzialmente immerso nell’acqua si formano comunità di batteri che rimuovono il carbonio organico dalle acque sporche e ossidano l’ammoniaca a nitrati. Se il cestello ruota completamente immerso nelle acque sporche si toglie ossigeno al sistema, che riduce i nitrati ad azoto molecolare. In poche parole combinando due macchine RCBR, una che ruota parzialmente immersa nelle acque sporche e una totalmente immersa otteniamo un impianto di depurazione completo che rimuove sia la componente organica a base di carbonio delle acque sporche sia quella azotata.
Veramente ingegnoso questo sistema! Se poi ci aggiungiamo che l’idea di creare il primo depuratore al mondo che rimuove dall’acqua gli inquinanti organici biodegradabili sfruttando dei comuni tappi di plastica è al 100% italiana, c’è da essere veramente orgogliosi! Dirò di più. E’ del tutto italiana anche la “Eco-Sistemi”, la start-up trentina che ha ideato l’innovativo ed ecologico dispositivo!
Cari amici, l’innovazione non smetterà mai di stupirci! Le generazioni future potranno domani dire: “…c’erano una volta migliaia di tappi di plastica che costituivano un rifiuto, ma un’idea ingegnosa li trasformò in depuratori già pronti per le acque di scarico"! In maniera molto semplice, tra l'altro, e soprattutto senza bisogno di alcuna trasformazione, cambiando solo, a questi tappi, la «destinazione d’uso».  La fantasia e l’ingegno italico sono davvero straordinari! Credo che idee come questa saranno capaci da cambiare seriamente in positivo, il futuro nostro e dei nostri figli!
Grazie dell’attenzione.
Mario

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