venerdì, settembre 12, 2014

IL DIFFICILE CONNUBIO TRA STRESS E QUOTIDIANITÀ. STORIE DI ORDINARIA FOLLIA AL RIENTRO DALLE FERIE.



Oristano 12 Settembre 2014
Cari amici,
uno dei motivi per cui Settembre risulta essere un mese poco gradito è perché chi è andato in vacanza nel periodo estivo, dopo la pausa più o meno breve delle ferie, deve affrontare il trauma del rientro al lavoro.
L’illusione creatasi nei giorni del riposo, sia per il rilassante dolce far niente, che per gli avventurosi viaggi, dura ben poco, in confronto alle tante tensioni negative accumulate durante il resto dell’anno. La cruda realtà del rientro è uno shock di non poco conto. All’arrivo in ufficio la ripresa lavorativa risulta particolarmente faticosa, anche se in teoria si sono passate delle vacanze riposanti; ripartire è un’enorme fatica: ci si sente stanchi, deconcentrati e più scarichi di quando si è partiti. A ben pensare tutto quel benessere, che speravamo di riacquistare nel periodo di riposo, in un attimo scompare come per incanto!
Questa strana sensazione, questo malessere diffuso, è accertato essere una vera e propria sindrome (con sintomi fisici e psicologici), in inglese definita “Post-Vacation Blues” o “Stress da rientro”, stress ben “diverso”, però, da quello ordinario, corrente, definito anche “stress da quotidianità”, che viviamo durante il resto dell’anno. Ormai Stress e Quotidianità costituiscono un binomio che va sempre più di pari passo, a braccetto, costituendo un’unione praticamente indissolubile!
Lo stress è considerato dagli studiosi una malattia moderna, se non altro perché il concetto che lo spiega fu introdotto per la prima volta dal fisiologo americano Walter Cannon, nei primi anni del secolo scorso (1910). Lo studioso lo considerava come “una reazione prodotta dall’organismo nei confronti di uno stimolo esterno anomalo”. Nella generalità dei casi lo stress viene associato alla pressione esercitata sull’organismo dagli automatismi sempre più complessi, dall’incalzante tecnologia che impone al lavoratore ritmi sempre più veloci; si potrebbe definire quasi una reazione dell’uomo contro la macchina. Agli inizi del secolo scorso il tema del difficile rapporto “uomo-macchina” fu brillantemente illustrato nel film di Charlie Chaplin “Tempi Moderni”, del 1936.
Ed oggi, in questo Terzo Millennio, come convivono stress e quotidianità? Certamente in modo molto conflittuale. Ironicamente si potrebbe sostenere che Stress e Quotidianità dipendano l’uno dall’altro, senza essere certi, però, se sia la quotidianità a creare lo stress oppure sia lo stress a rendere invivibile la tranquilla e ripetitiva quotidianità! Nella vita di oggi, caratterizzata dalla velocità e dalla competizione, lo stress lo si riscontra proprio quando non riusciamo ad affrontare con spirito leggero la noiosa ripetitività dei gesti quotidiani, siano essi messi in atto nella vita lavorativa o in quella domestica.
A questo punto si entra in un pericoloso circuito vizioso: ci si sente oppressi e sopraffatti dagli eventi, come se fosse impossibile gestirli, quasi senza alcuna possibilità di affrontarli. Allora iniziamo a sentirci passivi, inerti, stanchi. La quotidianità sembra pesare come un macigno e ci sovrasta, ci schiaccia, come tutti i doveri e le cose pratiche da sbrigare. Alla fine ci si ritroviamo stremati ma insoddisfatti, perché ci accorgiamo che ci manca il tempo da dedicare a noi stessi ed ai nostri cari. È in questi momenti che a qualcuno di noi può balenare nella mente l'idea di fuggire per crearsi una vita diversa in un luogo (come un’isola deserta) dove la frenesia lascia il posto alla rilassatezza. Nella nostra mente si crea un irrefrenabile desiderio di mollare tutto per ricominciare altrove. E’ questo un momento di pericolo reale.
Per poter gestire al meglio lo stress da quotidianità, prima di cercare colpevoli all’esterno dobbiamo trovare dentro di noi la forza per metabolizzarlo. Analizzandoci con attenzione  troveremo dentro di noi la forza per ricominciare a sentirci liberi, leggeri e senza troppi vincoli o condizionamenti. Una prima cosa da fare è iniziare a lavorare sulla propria libertà. Quindi è bene crearsi dei piccoli momenti di svago, dedicandoci nuovamente ad un hobby, prima magari accantonato per il poco tempo a disposizione. Ogni giorno bisogna provare a fare qualcosa di appagante, che ci faccia sorridere, e soprattutto a fare qualcosa che amiamo e che ci dia nuovamente quel senso di leggerezza e di spensieratezza che con il tempo abbiamo perso.
Cari amici, lo stress è ormai un ingrediente non eliminabile dalla nostra giornata lavorativa. Sta a noi, però, non fargli travalicare i limiti, arginarlo per evitare che comprometta il nostro equilibrio. Nella nostra lunga giornata riserviamo il giusto spazio “a noi stessi”, proviamo a regalarci spicchi di tempo libero per soddisfare poche ma fondamentali esigenze legate alla nostra realizzazione personale: senso di autonomia e libertà, senso di utilità, capacità di mantenere legami profondi con le persone care, buona autostima. D'altra parte, la vera felicità sta nelle piccole cose quotidiane, non dimentichiamolo!
Vorrei chiudere questa mia riflessione con le parole di Philippe Delerm, studioso francese nato nel 1950, autore del libro La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri”, un libro che ha scalato le classifiche e ha vinto in Francia il Premio Grandgousier, a cui sono seguiti altri cinque libri di grande successo. In questo libro l’autore afferma: “La prima sorsata di birra è l'unica che conta, le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un'abbondanza sprecata. L'ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire, una parvenza di potere... ma la prima sorsata…!” (Delerm, 1998).
Amici miei, ognuno di noi, se vuole, può avere una sua personale “prima sorsata di birra”, cioè un gesto, un momento inaspettato e non cercato che però regala attimi di evasione e allontana da noi la noia della quotidianità e lo stress da eccessiva fatica, consentendoci di vivere meglio e…di volare!
Ciao.
Mario

Nessun commento: