mercoledì, novembre 19, 2014

LA CRISI HA COLPITO ANCHE GLI SPERMATOZOI: SIAMO SEMPRE PIÙ VECCHI E FACCIAMO MENO FIGLI. ORA, PERÒ, LE STAMINALI CI DARANNO UNA MANO: CURERANNO L’INFERTILITÀ DI LUI.



Oristano 19 Novembre 2014
Cari amici,
l’Italia sta diventando, sempre di più, un Paese di vecchi. La vita media si è  allungata: 79 anni per gli uomini e 84 per le donne, questa è la media.  Facciamo, però, sempre meno figli, solo 1,4 per donna. L’aumento della popolazione (siamo ora circa 60 milioni) è dovuto solo alla sempre maggiore presenza degli immigrati, che lentamente stanno prendendo il posto dei figli che non abbiamo. Certo la nostra vita continua ad allungarsi, ma a questo allungamento non corrisponde una buona fertilità, in particolare quella maschile, che, in tutto il mondo, sta presentando un costante peggioramento. In tono ironico qualcun sostiene che “la grande crisi in atto ha colpito anche gli spermatozoi”, ma, a prescindere dalle battute, è necessario cercarne realmente le cause.
Gli studiosi, a seguito dell’aumento esponenziale degli uomini che non riescono ad avere figli, cercano di analizzare a fondo questa disfunzione, fenomeno ormai in forte crescita specie nelle opulente società occidentali, intensificando gli studi per decifrarne con rigore le cause. Negli ultimi 17 anni, questo è il dato mondiale, il numero delle cellule riproduttive maschili si è ridotto del 32,2 per cento. Un vero e proprio crollo di fertilità! Il drastico calo è confermato anche in Italia, dove una ricerca compiuta dall’Università di Padova su una popolazione campione di 2mila persone, ha registrato una diminuzione della fertilità maschile attorno al 30 per cento, con punte più alte per la fascia di età compresa tra i 18 e i 40 anni.
Ma perché gli uomini vedono ridurre così drasticamente la loro capacità di fare figli? Qui le risposte degli scienziati si concentrano sugli stili di vita, su una forma diffusa di spreco della salute, quali cause dell’alterazione della produzione degli spermatozoi e della loro qualità riproduttiva. La Società europea della riproduzione, dopo anni di studi, ha pubblicato una serie di linee-guida per migliorare la fertilità maschile, oggi molto compromessa. Questi studi hanno indicato, fra le cause principali, al primo posto gli effetti dell’inquinamento: sotto accusa ci sono i composti chimici della plastica che agiscono sul sistema ormonale maschile e abbassano la produzione di sperma. Poi tocca al cibo. Tutti gli alimenti grassi sono micidiali e dannosi per la fertilità, a partire dalla carne rossa e dall’uso di olio che non sia quello extravergine. Il fumo aumenta i fattori di rischio, per non parlare della marijuana, incidendo in modo negativo sul metabolismo dei testicoli; anche la vita sedentaria influisce in modo significativo sulla produzione di spermatozoi.
Che cosa possiamo fare per migliorare un quadro così desolante? Premesso che l’aumento dell’infertilità maschile ha fatto registrare la deficienza dell’uomo nel 50 per cento delle coppie senza figli, l’unica strada per uscire dalla “crisi degli spermatozoi” è quella della prevenzione. E di una revisione degli stili di vita. Serve una buona dieta mediterranea (con un bicchiere di vino rosso e cioccolata fondente con cacao superiore al 70 per cento), l’eliminazione delle sigarette e una costante attività fisica. Tuttavia oggi si è aggiunta una nuova speranza per le coppie in situazioni di infertilità maschile. Un aiuto potrebbe venire dalle cellule staminali, capaci di curare questa deficienza.
Il problema dell’infertilità maschile oggi coinvolge, a livello globale, il 10-15% delle coppie. Ebbene gli studi per l’utilizzo delle cellule staminali, pare stiano dando buoni risultati, anche si è ancora nella fase sperimentale. Il traguardo potrebbe essere raggiunto nell'arco di 6 - 7 anni, anche se già fra 9 mesi si avranno i primi risultati dei test effettuati sui primati. A rendere edotti noi italiani sulle più recenti ricerche sull’infertilità con l’uso delle staminali, le cosiddette 'cellule bambine', è stata la prof. Renee Reijo Pera, vice presidente della Ricerca e sviluppo alla Montana State University e già professore di biologia delle cellule staminali e medicina rigenerativa alla Stanford University. La ricercatrice, in occasione di un convegno organizzato a Roma dalla Fondazione Sigma Tau in collaborazione con la Biblioteca nazionale, ha riportato i risultati di una sua recente esperienza: ha differenziato un gruppo di cellule prelevate dalla pelle di un uomo affetto da azoospermia, ovvero la mancanza di spermatozoi nel liquido seminale, in un tipo particolare di staminali (le pluripotenti indotte, iPSC), che hanno dimostrato la capacità di differenziarsi in qualunque tipo di cellule. I primi risultati sono stati abbastanza incoraggianti e a breve si attendono i test sui primati.
Insomma, la scienza, anche nei confronti dell’infertilità maschile continua a fare importanti passi avanti, che si scontrano però, come dice la prof. Pera, con almeno tre ostacoli. ''Innanzitutto c'è il problema dei finanziamenti, scarsi anche in Usa; vi è poi la questione dei tempi lunghi imposti dalle agenzie mediche, deputate a garantire la massima sicurezza delle nuove terapie, ed infine vi è la questione dei costi dei potenziali nuovi farmaci''. Certamente, ha sostenuto, ''all'inizio i costi saranno alti, tuttavia bisogna andare avanti; in principio anche i telefoni cellulari erano solo per i ricchi, ma poi – ha concluso - si è arrivati ad un accesso per tutti con costi ragionevoli''.
Cari amici, se è pur vero che il mondo, ormai, è un vero e proprio “melting pot” di tutte le razze, che continuano a mischiarsi e amalgamarsi, è anche vero che ciascuno di noi tiene a che i suoi geni vengano perpetuati: è la legge base della natura. Allora, cerchiamo, se vogliamo salvaguardare i nostri geni, di adottare uno stile di vita più consono, e se non lo è “revisioniamolo” senza indugio! Altrimenti anziché i nostri geni, saranno quelli degli altri a dare un futuro al mondo!
Ciao a tutti. A domani.
Mario 

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