giovedì, gennaio 01, 2015

BUON 2015! OGGI È “CAPODANNO”, IL PRIMO GIORNO DEL NUOVO ANNO: STORIA, ORIGINI, RITI, USANZE E LEGGENDE DI QUESTA RICORRENZA.



Oristano 1 Gennaio 2015
Cari amici,
oggi è il giorno di Capodanno: comincia un nuovo anno, il 2015, che ci auguriamo benevolo, capace di portare, finalmente, nel nostro Paese quella “svolta”, soprattutto nel mondo del lavoro, tanto attesa dai giovani! Ripresa quella auspicata, così disperatamente agognata e capace di farci dimenticare quella profonda crisi che ci attanaglia e che sembra non avere più fine. Ci auguriamo tutti che il 2014 se la sia davvero portata via!
Capodanno, cari amici, è giorno di festa praticamente in tutto il mondo; in tutti i Paesi l’inizio del nuovo anno è festeggiato con grandi manifestazioni di gioia: ovviamente con diverse usanze, pagane o religiose, a cui si da corso per augurare soprattutto fortuna al nuovo anno che arriva. E’ la mezzanotte a segnare quell’importante momento di passaggio, che ricorda a tutti la fine di un percorso, spesso poco gradito, e l'inizio di uno nuovo, che ci si augura migliore del precedente. 
Tanti i simbolismi  e le usanze messe in atto in senso augurale, alcune con radici storiche molto antiche che si perdono nella notte dei tempi. Ecco alcuni esempi: perché ci si veste di rosso? Perché ci si bacia sotto il vischio? Perché porta bene mangiare le lenticchie o il melograno e l’uva? Perché si sparano i botti? Perché si gettano via le cose vecchie? Andiamo a scoprire... il perché di tutto questo!
Nel mondo moderno il Capodanno cade per tutti il 1º Gennaio del Calendario Gregoriano, adottato da Papa Gregorio XIII nel 1582, ed in uso, ai fini civili, in tutto il globo. In precedenza, ogni popolo festeggiava l’inizio del nuovo anno in periodi diversissimi. A prescindere dal periodo, comunque, l’inizio dell’anno nuovo iniziava sempre con feste e banchetti. Per i Babilonesi, per esempio, il nuovo anno cominciava festeggiando la rinascita della Terra, all’inizio della Primavera, a cui tributavano grandi feste; i romani festeggiavano il Capodanno, rendendo grandi onori al dio romano Giano; nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di fare grandi feste pagane per il passaggio al nuovo anno. Ma come si è arrivati a festeggiare, tutti insieme, il nuovo anno il 1 gennaio?
Fu Giulio Cesare, nel 46 a.C., a creare il "Calendario Giuliano", che stabiliva che l'anno nuovo iniziasse il primo gennaio. Im questo primo giorno dell’anno i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d'alloro, detti strenne, come augurio di fortuna e felicità. Il nome strenna derivava proprio dal fatto che i rami venivano staccati da un boschetto della via sacra ad una dea di origine sabina: Strenia, che aveva uno spazio verde a lei dedicato sul Monte Velia. La dea era considerata apportatrice di fortuna e felicità; da lei, dunque, il termine latino "strenna", presagio fortunato, derivato proprio dal nome della dea.
Nel Medioevo molti Paesi europei avevano ormai adottato il Calendario Giuliano, anche se vi era un'ampia varietà di date per quanto riguardava il momento iniziale dell'anno. Tra queste per esempio il 1 marzo (capodanno nella Roma repubblicana), il 25 marzo (Annunciazione del Signore) o il 25 dicembre (Natale). Solo con l'adozione universale del Calendario Gregoriano di Papa Gregorio XIII, a partire dal  1582, la data del 1 gennaio, come inizio dell'anno, divenne infine comune. Stabilita la data uguale per tutti, a questa restarono legate un’infinità di tradizioni, spesso anche molto diverse da luogo a luogo, alle quali si ricorreva in segno di buon auspicio, per portare fortuna al nuovo anno che arrivava. Ecco le più comuni e diffuse.
Partiamo dalle “Strenne”. Ereditate dalla cultura romana le strenne sono un elemento propiziatorio: ricevere molti regali, infatti, porterà grande abbondanza per tutto l'anno. Quest’usanza presso i romani si chiamava "streniarum commercium". In varie regioni, ancora oggi durante la notte di Capodanno, gruppi di giovani vanno per le strade a cantare la "strenna", con gli auguri di un felice anno nuovo e la richiesta di doni.
Vestire biancheria intima rossa. Anche la tradizione italiana segue l'usanza di indossare della biancheria intima rossa la sera di Capodanno. E’ un modo per invocare i buoni auspici per il nuovo anno. Per il cenone dunque è d'obbligo un intimo color rosso sia per gli uomini che per le donne. L’origine di tale pratica è controversa: secondo un’antica leggenda cinese, durante il Capodanno il Nian, una feroce bestia divoratrice di uomini, riemergeva dagli abissi e gli uomini cinesi, per spaventare e rimandare il demone da dove era venuto, usavano indossare il colore di cui la bestia aveva paura: il rosso. Il colore rosso era in auge anche nella tradizione romana: pare che già nel 31 a.C., sotto l’impero di Ottaviano Augusto, uomini e donne romani utilizzassero indumenti rossi durante il Capodanno romano, quale simbolo di potere, amore, salute e fertilità.
Baciarsi sotto il vischio. Un'altra tradizione ancora molto seguita è quella di baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio. A mezzanotte, come brindisi speciale, il bacio sotto al vischio con la persona amata è auspicio d’amore per tutto l'anno. Il vischio è una pianta benaugurale che dona prolificità sia materiale che spirituale. Sacro ai popoli antichi, i Druidi lo usavano nei sacri cerimoniali e nelle celebrazioni di purificazione, mentre i Celti ritenevano che quest'arboscello nascesse dove era scesa una folgore e che una bevanda particolare composta di questa pianta fosse un potente elisir contro la sterilità.
Lenticchie a mezzanotte. Uno dei riti più conosciuti in tutta Italia, ma anche in molti Paesi del mondo, è quello di mangiare le lenticchie allo scoccare della mezzanotte del 31 Dicembre. Questa usanza sembra che favorisca l'abbondanza e la ricchezza: i legumi, infatti, sono considerati un cibo molto nutriente, e anche per la loro forma, che ricorda le monete, sarebbero capaci di apportare a chi le mangia molto benessere. Stesso ragionamento per i Melograni e l'Uva. Questi frutti non devono mancare sulla tavola del cenone di Capodanno: sembra che portino fortuna...anche solo a guardarli! Il melograno simboleggia la fedeltà coniugale, ed è di buon auspicio mangiarne, insieme, per Capodanno. La leggenda narra che Proserpina, dopo aver mangiato questo frutto, sia stata condannata a passare il resto della vita nell'Ade, insieme a Plutone suo sposo. L'uva, sia in grappolo che come Uva passa, è sinonimo di abbondanza: la tradizione vuol che, oltre alle lenticchie, mangiare dell'uva nel corso della notte di Capodanno porti soldi in abbondanza nel nuovo anno.
I botti di Capodanno. Anche festeggiare sparando i "botti" a Capodanno, è la dimostrazione della volontà di allontanare le forze del male e gli spiriti maligni che si scatenano nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno. I "botti", che nel tempo hanno raggiunto livelli di grandiosità non comuni con spettacoli pirotecnici di grande fascino, oggi rappresentano la gioia, la felicità e l'allegria per l'arrivo del nuovo anno.
Gettare via le cose vecchie. E’ anche questo un buon segno di cambiamento: con l'arrivo del nuovo anno è di buon augurio eliminare le cose vecchie per fare spazio al nuovo che arriva. L’usanza di lanciare “i cocci” fuori di casa a mezzanotte, è un rito che simboleggia l’eliminazione del male, fisico e morale, che si è accumulato durante il corso dell'anno che sta terminando. Questa usanza è ancora diffusa in diverse parti d'Italia, in particolare nelle grandi città come Napoli e Roma.
Persone incontrate per strada allo scoccare della mezzanotte. E’ questo un rito scaramantico: uscendo di casa, allo scoccare della mezzanotte, si dice che se le prime persone che si incontrano per strada saranno un prete o un bimbo, questo non sarà un buon segno, mentre il gobbo portafortuna e la persona anziana sono auspicio di vita lunga e serena. Anche aprire la porta di casa allo scoccare della mezzanotte è di buon auspicio: è un modo per far uscire l’anno vecchio e dare il benvenuto all’anno nuovo che arriva. In Russia è tradizione, dopo il dodicesimo rintocco delle campane, andare tutti in gruppo ad aprire la porta di casa e far entrare con gioia l'anno nuovo appena arrivato.
Cari amici, un altro anno oggi inizia il suo percorso. Nessuno di noi lo conosce: è un illustre sconosciuto che, nell’apparente sorriso iniziale, potrà essere Buono o Cattivo, anche se molto dipenderà anche da noi. Continuiamo fiduciosi il nostro percorso confidando in quel Buon Dio che finora ci ha consentito di essere ancora qui e di continuare a godere dei Suoi Doni preziosi, anche se ogni tanto ci ricorda che potremo essere molto migliori di come siamo!
Buon Anno 2015 a tutti Voi!
Mario

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