domenica, gennaio 04, 2015

SARDEGNA COLONIA PER SEMPRE? CI MANCANO, PER COMPLETARE LE SERVITÙ GIÀ ESISTENTI, SOLO LE SCORIE NUCLEARI!



Oristano 4 Gennaio 2015
Cari amici,
la pazienza dei Sardi l’hanno sperimentata tutti i colonizzatori che, a vario titolo, hanno sempre abusato della nostra pazienza e tolleranza, tanto che gli spagnoli, con un detto beffardo, ci considerarono uno sparuto “gruppo” (pocos), stupidi (locos) e pure disuniti (mal unidos). Nel tempo poco è cambiato: pur formalmente con il rango di Regione Autonoma, la Sardegna non ha mai avuto partita vinta nella controversia per la dovuta retrocessione delle imposte incassate dallo Stato, come ha sempre “gridato al vento” le sue proteste per l’immensa porzione di territorio destinata alle servitù militari, che non accennano a diminuire nonostante le numerose vittime causate dall’uranio impoverito: anzi le esercitazioni nonostante i disagi continuano senza sosta, a volte addirittura aumentando di intensità e di numero.
Ebbene, considerata la proverbiale pazienza attribuita a noi sardi, sembra, ai grandi Soloni  della sicurezza nazionale, che il  “Sito Privilegiato”, dove allocare le scorie nucleari, pericoloso residuo delle nostre centrali che nessuno vuole in casa propria, sia proprio la Sardegna! Insomma la nostra terra, per molti secoli colonia e terra di conquista dei più svariati colonizzatori, pare stia per diventare anche la “pattumiera nucleare d’Italia”!
La notizia, trapelata nei giorni scorsi, rivela che la Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito Nazionale Nucleare è pronta, anche se ancora segreta. In Sardegna questa notizia ha riacceso le non poche preoccupazioni già in precedenza manifestate: l'Isola, a detta degli esperti, risulterebbe una tra le regioni più "idonee" a stoccare le scorie.
Apparentemente la Regione, attraverso l'assessore Spano, ha cercato di rassicurare i sardi: "Vigiliamo con grande attenzione su ciò che avviene a proposito del sito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi - ha detto -. Come più volte ribadito, anche in questo caso faremo valere l'Autonomia della Sardegna, affermando il nostro potere decisionale sul territorio sardo e tenendo conto della volontà delle nostre Comunità".
Credo che ai sardi non basti questa semplice dichiarazione, considerati i precedenti: la volontà del popola sardo è risultata “carta straccia” sia nel caso della perentoria  richiesta relativa all’eliminazione (o almeno un forte ridimensionamento) delle servitù militari, sia per la giusta ridistribuzione delle imposte incassate dallo Stato in Sardegna. Il contenuto della Carta che individua le “aree idonee” è ancora "top secret", ma c'è chi si dice sicuro - come il comitato "No Scorie" - che la Sardegna sia già stata scelta per ospitare il deposito. Ecco come andrà avanti la procedura (l’iter) per individuare l'area che ospiterà il deposito delle scorie nucleari. 
La Carta delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il Deposito Nazionale Nucleare, Cnapi, è stata consegnata Venerdì 2 gennaio dalla Sogin (la società di Stato responsabile del “decommissioning” (smantellamento) degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) all'Ispra, che entro due mesi dovrà verificare il rispetto dei criteri indicati nella 'Guida tecnica per la localizzazione' e poi validarla. Successivamente, nell'arco di un mese, è atteso il nulla osta dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico per rendere pubblica la Carta e il Progetto preliminare. Dopo il via libera dei ministeri, partirà la consultazione pubblica, che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti e interessati.
La Sogin ha stilato la mappa tenendo conto dei 15 criteri di esclusione delle aree su cui potrà essere costruito il deposito, ipotizzato all'interno di un Parco tecnologico (un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, per attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile, in accordo con il territorio interessato). Escluse le aree vulcaniche attive o quiescenti, località a 700 metri sul livello del mare o ad una distanza inferiore a 5 chilometri dalla costa, aree a sismicità elevata, a rischio frane o inondazioni e le 'fasce fluviali', dove c’è una pendenza maggiore del 10%. Escluse anche le aree naturali protette, che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati, quelle a distanza inferiore di un chilometro da autostrade e strade extraurbane principali e ferrovie. Individuate le aree potenzialmente idonee, ci saranno successive indagini a livello regionale e valutazioni socio economiche.
Cari amici, la paura dei sardi a questo punto credo sia ampiamente giustificata. Immaginatevi solo che il famigerato Deposito Nazionale Nucleare accoglierà circa 90.200 metri cubi di rifiuti radioattivi (di cui 75.000 a bassa e media attività e 15.200 ad alta attività)! Se davvero la scelta dovesse cadere sulla nostra terra, credo che, da parte dei sardi, un forte atto di ribellione sarebbe il minimo! Un’Italia così “padrona” della nostra terra, da sempre colonia, meriterebbe ben altra reazione! Una delle cose che più mi impensierisce è la costante, tiepida e accomodante posizione che la Giunta in carica continua ad avere nei confronti del Governo nazionale. Sarà, forse, che entrambi i governi stanno nello stesso schieramento politico, ma se succedesse quest’altra catastrofe, credo che nessuno sia in grado di prevedere quanto nell’Isola possa, davvero, accadere.
La Sardegna, amici miei, è ormai all’estremo delle forze: i numeri dicono che le percentuali dei giovani (e non solo) senza lavoro sono fra le più alte d’Italia, le piccole imprese continuano a chiudere e l’agricoltura è ormai in frantumi: con il rango di pattumiera nucleare credo che potremo, davvero, vantare un altro BEL primato: quello di nuovo “Paese del Terzo Mondo”! Vogliamo continuare ad essere definiti “Pocos, locos y mal unidos”?
Riflettiamo sul serio…
Mario




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