domenica, ottobre 04, 2015

API E OZONO: IMPOLLINAZIONE IN PERICOLO, A CAUSA DEL “GAS SERRA”, CHE SMORZANDO IL PROFUMO DEI FIORI CONFONDE LE API.





Oristano 4 Ottobre 215,
Cari amici,
proprio ieri nel mio post, dedicato all’importanza che riveste il profumo per gli  esseri viventi, ho parlato dell’olfatto, che rappresenta per l’essere umano il più importante dei cinque sensi.
Senso, dunque, che svolge una funzione ben più importante di quella limitata al semplice percepimento di un odore, buono o cattivo che sia. A questo proposito oggi voglio parlarvi di un grave pericolo che corre un processo riproduttivo antico e vitale: l’impollinazione. Tutti noi sappiamo che le api svolgo un’azione basilare e determinante in questo campo, azione che risulta seriamente messa in pericolo dalla diminuzione di quello strato sottile di gas (l’Ozonosfera) che protegge la terra, danno causato dalla grande quantità di sostanze chimiche che l’uomo continua ad immettere nell’aria.

Nonostante tutti gli avvisi e le raccomandazioni, quantità impressionanti di gas, come clorofluorocarburi e bromuri, contenuti in numerose sostanze utilizzate quotidianamente (come schiume isolanti, gas utilizzati nei frigoriferi, nei dispositivi antiincendio e nelle bombolette spray, solo per citare le più comuni), continuano ad essere immesse nell’atmosfera. Ebbene, amici, questa pericolosa situazione sta creando le condizioni per mettere a rischio un indispensabile processo riproduttivo dalle conseguenze imprevedibili: le api non riescono più a “sentire” il profumo dei fiori, mettendo in serio pericolo l’impollinazione di una numerosa quantità di specie vegetali.

Si è proprio così: le api, a causa dei sempre più alti livelli di ozono, non sono più in grado, come prima, di sentire i profumi dei fiori, dai quali sono attirate, mettendo in serio pericolo l’impollinazione, soprattutto nei pressi delle città, dove l'inquinamento è maggiore. Il processo riproduttivo dell’impollinazione è dunque a rischio! Non solo perché i pesticidi e gli insetticidi stanno man mano uccidendo questi insetti buoni, ma anche perché il gas serra sta togliendo a quelli rimasti la possibilità di sentire i fiori.
Tutto questo è stato rilevato recentemente da uno studio condotto a Barcellona da Gerard Farré-Armengol, pubblicato sulla rivista di settore New Phytologist. Gli esperti, esaminando la senape nera, una pianta erbacea della famiglia delle brassicacee, hanno accertato che, a causa delle alte concentrazioni di ozono nell'aria, il profumo emanato dal fiore di questa pianta si era fortemente degradato, perdurando ben poco nell’aria e riducendo, di conseguenza, il tempo entro cui questi fiori possono essere 'sentiti' dagli insetti impollinatori. Per dimostrarlo, gli studiosi hanno condotto un test, utilizzando degli esemplari di bombo terrestre, un impollinatore simile al calabrone.
Il risultato dell’indagine ha confermato i primi sospetti: le alte concentrazioni di ozono, maggiori nei pressi di grandi aree urbane, possono inibire fortemente l'attrazione che i fiori esercitano sugli impollinatori. "Le sostanze chimiche volatili che costituiscono i profumi dei fiori sono fondamentali per l'impollinazione di molte piante che si affidano agli insetti per la riproduzione", spiega l'autore dello studio Gerard Farré-Armengol. "A causa delle alte concentrazioni di ozono, come quelle causate dall'inquinamento urbano, i profumi dei fiori possono scemare velocemente e perdere la loro funzione biologica, che è quella di richiamare gli impollinatori", ha amaramente commentato.
Il problema, cari amici, non è di poco conto! “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”, sosteneva il grande Albert Einstein. Che mondo sarebbe senza l’intervento essenziale e insostituibile degli insetti impollinatori? Niente api, niente impollinazione sarebbe l’equazione conseguente! Riflettiamo con grande attenzione: niente più frutta né gran parte dei vegetali, sarebbe la fine. L’ape, l’insetto operoso per eccellenza alleato insostituibile dell’uomo, per molti motivi corre il rischio di estinguersi! Certo, i provvedimenti tampone sono stati cercati e in parte anche varati, come sostiene Albino Gallina, ricercatore dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie; negli ultimi tre anni, dice lo studioso, la situazione è migliorata, dopo che l’Unione Europa ha messo al bando l’utilizzo di alcuni pesticidi.
Le api, come ben sappiamo, sono ottimi indicatori biologici della qualità dell’ambiente in cui vivono. Non dimentichiamo che questi insetti impollinatori svolgono un ruolo essenziale nell’equilibrio degli ecosistemi: fino al 90% delle piante selvatiche e un terzo del cibo che mangiamo dipendono dal “servizio” di impollinazione offerto dalle api. Immaginiamoci cosa succederebbe senza il loro intervento! Se il mondo oggi è quello che è, molto lo dobbiamo a questo straordinario insetto, la cui funzione risulta ‘vitale’ per l’uomo. Le api e il loro ordinatissimo alveare, esempio meraviglioso di organizzazione sotto certi aspetti superiore a quella messa in atto dall’uomo, sono un preciso punto di riferimento per la salute del mondo: la scomparsa delle api, come sosteneva Albert Einstein, sarebbe il suono della “campana a morto” per l’uomo, a cui resterebbero, dopo la scomparsa dell’ape, solo pochi anni di vita.
Cari amici, l’uomo dall’alto della sua protervia e arroganza, ha pensato per anni che le risorse esistenti nel mondo fossero infinite. Ha usato e abusato di quanto Dio, nella Sua immensa bontà, gli aveva concesso, cercando anche di sostituirsi a Lui, giocando a fare stupidamente il “creatore”. Niente di più sbagliato! Solo tornando a riflettere con tanta umiltà sulla sua condizione umana l’uomo potrà salvarsi; solo cercando di ripristinare i vecchi equilibri naturali, violentati e vilipesi in tutti i campi, il futuro del mondo sarà assicurato e potremo lasciarlo, ammaccato ma ancora funzionante, alle nuove generazioni.
Grazie, amici, della Vostra sempre gradita attenzione.
Mario

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