martedì, novembre 17, 2015

LIRE ANCORA CONVERTIBILI IN EURO: LA CORTE COSTITUZIONALE HA BOCCIATO IL DECRETO MONTI CHE AVEVA ANTICIPATO LA PRESCRIZIONE DELLA VECCHIA MONETA.



Oristano 17 Novembre 2015
Cari amici,
che il Decreto messo in piedi dal Governo Monti per anticipare la prescrizione delle banconote e monete in lire, rese anzitempo inconvertibili nella nuova moneta, l’euro, fosse un po’ una porcata lo avevamo supposto in tanti. Però, abituati a pensare che la legge per quanto iniqua è sempre legge (Dura Lex, sed Lex), ci eravamo rassegnati a masticare amaro continuando, pur con tristezza, a sibilare la solita battuta: “Governo ladro”. Per alcuni irriducibili, però, la rassegnazione non sta di casa, e, lottando apparentemente “contro i mulini a vento”, hanno avuto vinta la loro difficile battaglia. Ecco la curiosa storia di una vittoria che potrei definire di Davide contro Golia.
Un gruppo di risparmiatori, considerato che fu loro negato dalla Banca d’Italia il cambio di una somma di denaro in lire, corrispondente a circa 27.500 euro, a motivo dell’entrata in vigore di un decreto legislativo che anticipava la data di prescrizione delle lire in circolazione, intentò causa presso il Tribunale di Milano contro la Banca d’Italia. Il caparbio gruppo di cittadini, anziché rassegnarsi, come fecero molti altri italiani, invocò invece l’incostituzionalità del provvedimento del Governo Monti, portando in giudizio la Banca d’Italia. Il Tribunale di Milano esaminato il ricorso avanzato, considerato che tale “decreto” aveva messo fuori gioco anzitempo la “Prescrizione decennale” della lira, originariamente fissata al 28 febbraio 2012 ma anticipata al Dicembre 2011, ritenne di avanzare il sospetto di illegittimità alla Corte Costituzionale.
In effetti il Decreto Monti aveva stabilito l’anticipata prescrizione delle lire ancora in circolazione a totale beneficio dell’Erario e con decorrenza immediata, senza attendere la prevista originaria prescrizione. Il provvedimento, comprensibile sotto il profilo di “urgenza economica”, in quanto varato nell’ambito delle complesse manovre rese necessarie dall’esigenza inderogabile di ridurre il Debito Pubblico, aveva comunque leso gli interessi legittimi portati dai cittadini, agendo certamente in modo iniquo. La Corte Costituzionale proprio in questi giorni ha emanato la sentenza, dichiarando “illegittimo” il provvedimento messo in atto dal Governo Monti.
Il pronunciamento della Corte Costituzionale, che rende nuovamente possibile il cambio delle lire, è stato motivato col fatto che, essendo trascorsi 9 anni e 9 mesi dalla pubblicazione della legge che stabiliva invece in 10 anni il limite di tempo entro il quale effettuare il cambio delle lire, aveva leso i diritti dei risparmiatori, legittimati a pensare di avere ancora tre mesi di tempo per effettuare il cambio. Questa sottrazione ai possessori delle lire del tempo necessario alla conversione ha motivato il giudizio della Corte, che ha dichiarato di conseguenza illegittimo il provvedimento del Governo Monti. La sentenza, apparentemente ineccepibile, stenta però a trovare applicazione!
Semplice pensare che, a sentenza emessa, tutti avrebbero avuto la possibilità, per il tempo residuo di tre mesi, di presentare le lire in loro possesso per la conversione, ma così non è stato. La Banca d’Italia, per ora, ha deciso di prendere tempo, in cerca di soluzioni che non appaiono specificatamente indicate nella sentenza della Corte. Bankitalia vuole innanzitutto vederci chiaro: chi rimborserà l’Istituto degli euro dati in cambio della conversione? Per ora resta un mistero!
Il controvalore residuo del “non convertito” a suo tempo finì nelle casse dell’erario, che lo utilizzò per coprire il deficit di bilancio. Ora, la Banca d’Italia ha fatto sapere che non è ben chiaro cosa la Consulta abbia sancito a questo proposito. Sicuramente non ha cancellato la norma che prevedeva i versamenti all’erario di tutto l’ammontare delle lire non cambiate, da qui la necessità di ulteriori approfondimenti, atti a valutare bene il da farsi, e stabilire quali e quante eventuali richieste di “cambio” possano essere accolte: se tutte o solo quelle di coloro che possano in qualche modo dimostrare che le lire non le hanno potute cambiare per via della chiusura anticipata. Accertamento, questo, molto difficile da fare.
Per ora, cari amici, gli eventuali possessori di lire dovranno attendere ancora! Una prima indagine ha rilevato che sono ancora molti gli italiani che hanno in casa le vecchie e care lire, che adesso potrebbero essere tornate nuovamente convertibili in euro. Per ora è solo una speranza, anche se, ottimisticamente, penso che la speranza non debba mancare mai! In casi come questo, però, credo che, oltre la speranza, quella che non deve proprio mancare è la pazienza!
Vedremo come va a finire…(male andando, le metteremo in un bel quadretto)!
Grazie, amici, a domani!
Mario


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