sabato, marzo 19, 2016

STRESS: SE LO CONOSCI LO EVITI. ALCUNI CONSIGLI PER TENERLO A BADA.

Oristano 19 Marzo 2016
Cari amici,
oggi è la festa dei Papà. Festa grande per anni, giornata particolarmente importante, quasi a voler riconoscere l’alto valore dell’impegno che ogni papà dedicava (e dedica) alla cura e alla gestione della famiglia. È vero, i tempi cambiano, così come inesorabilmente è cambiata la composizione delle famiglie, se si pensa che addirittura si vuole abolire la festa del 19 Marzo dedicata ai papà per il semplice fatto che oggi ci sono anche famiglie che di papà non ne hanno, perché in casa ci sono due mamme!
Oggi, però, non è di questo argomento specifico che voglio parlarvi (magari…ne parliamo un’altra volta) ma di qualcosa di diverso, anche se 'collegato': è dello stress, che vorrei parlare, di quel subdolo ‘nemico’ che si introduce dentro di noi silenziosamente con gli accumuli di fatica, di impegno, di carico di responsabilità. I papà, di cui parlavo prima, sono certamente i soggetti privilegiati dallo stress, anche se non certo gli unici (ci basti pensare alle mamme che lavorano fuori casa). Ma vediamo un po’ meglio questo pericoloso disturbo che può, se stiamo attenti, essere combattuto al meglio, prima che diventi altamente pericoloso. Lo Stress, in sintesi, andrebbe subito riconosciuto, identificato, perché in questo modo lo si può gestire, prima che sia lui a gestire noi. Vediamo esattamente di cosa si tratta.
Il termine inglese Stress, che significa letteralmente "sforzo", indica nell'uso corrente quella tensione nervosa, quel logorio, affaticamento psicofisico, che colpisce l’individuo, logorandolo fino a creargli delle patologie gravi, a volte anche irreversibili, che possono addirittura portarlo alla morte. È importante sottolineare che lo stress, almeno nella fase iniziale, non è ancora ‘uno stato di malattia ma rappresenta un'importante reazione di difesa e di adattamento dell'organismo al variare delle sollecitazioni ambientali, come una brusca variazione delle condizioni ordinarie: superlavoro, improvvisi capovolgimenti di fronte sia nella vita affettiva che lavorativa, e quant’altro di improvviso o di imprevisto da affrontare. È la lunga permanenza di questo nuovo status che, in determinate condizioni, può avere conseguenze negative sull'organismo stesso e portarlo a sviluppare delle pericolose malattie, sia psichiatriche sia somatiche.
Ad essere obiettivi, quindi, di per sé lo stress non è sempre nocivo: è l’eccesso, la quantità e la durata del sovraccarico creato che diventano pericolosi. L’American Psychological Association ha dichiarato: “Lo stress sta agli esseri umani come la tensione sta a una corda di violino: se è poca il suono sarà spento e cupo, ma se è troppa sarà stridulo oppure la corda si spezzerà. Lo stress può darci il colpo di grazia o può rendere frizzante la nostra vita. Il segreto sta nel saperlo gestire”.
Quindi che fare? Sicuramente partendo dalla necessità di conoscerlo bene e controllarlo, individuandolo fin dai primi sintomi; è questo il modo per poterlo gestire, evitando che esso superi determinati livelli. Proprio per misurare la nostra quantità di stress, cominciamo allora con l’effettuare un test di autovalutazione dei sintomi del nostro corpo, quando ci accorgiamo di qualcosa di diverso dal solito; questi sintomi ‘fuori onda’ che possono colpirci sono meglio conosciuti come MUS (Medically Unexplained Symptoms). Il test di verifica è costituito da una dozzina di domande, alle quali siamo tenuti a rispondere con la massima sincerità. Ecco riepilogati i 12 quesiti a cui rispondere:
Hai notato modificazioni dell'appetito? Soffri di acidità e dolori di stomaco, senso di pienezza, gonfiore dopo ogni pasto, nausea? Hai difficoltà ad essere regolare? Hai il Colon irritabile? Hai spesso mani e piedi freddi? Sudorazione difficile quando fa sport? Sonnolenza persistente? Insonnia? Soffri da tempo di stanchezza o affaticamento? Hai disturbi del tono dell'umore? Ti senti ansioso o apatico? Hai notato una diminuzione del desiderio sessuale? A questo punto, se le risposte positive a queste domande hanno superato un terzo del totale (diciamo da 5 in poi), gli esperti suggeriscono di iniziare a parlane con il medico di fiducia.
Cari amici, l’argomento di oggi, è tanto complesso, così come è complessa la soluzione, e certamente queste mie considerazioni da non addetto ai lavori a poco servono se non a porvi il problema! E' il medico, quello che ho consigliato di andare a visitare nel caso vi accorgiate di determinati sintomi, che deve intervenire. Tuttavia, a prescindere dalla valutazione che il medico potrà fare in caso di sospetto stress, credo che tutti potremmo migliorare il nostro 'status' psicofisico quando, sentendoci troppo ‘tirati’, troppo sotto pressione, rallentiamo in qualche modo i nostri ritmi, alleggerendo il peso dei nostri impegni. Questo lo possiamo fare, anzi è consigliabile farlo sempre, se possibile. Ecco alcuni semplici consigli pratici.

Primo Consiglio. Quando, dopo una lunga giornata lavorativa ci accasciamo sulla poltrona in preda alla stanchezza, facciamo così: chiudiamo gli occhi e, rilassandoci, cerchiamo di pensare ai diversi momenti belli della nostra vita; questo esercizio ci aiuterà a gratificarci, facendoci ritrovare le giuste risorse e le capacità per affrontare ancora la vita in modo positivo. Secondo. Organizziamoci per cercare di rendere l’ambiente (sia familiare che lavorativo) più tranquillo e meno rumoroso, in modo da facilitare il rilassamento. Ecco alcuni suggerimenti: tenere basso il volume di radio e televisione, spegnere Smartphone e Tablet quando non servono, passare del tempo libero all’aria aperta, a contatto con la natura. Terzo. Ridimensioniamo il nostro attivismo: forse siamo portati ad essere troppo super efficienti, a fornire prestazioni sempre ai massimi livelli, sia nel lavoro che in famiglia; allora smettiamo di chiedere a noi stessi del ‘super-lavoro’, che alla fine aumenta significativamente il nostro livello di stress. Quarto. Partendo dal presupposto che non possiamo fare tutto, facciamo un elenco delle priorità: il numero di impegni tende sempre a crescere, ma il tempo a disposizione non aumenta; scegliamo allora, tra i numerosi impegni, quelli che più meritano la nostra attenzione. E’ in questo modo che saremo più razionali e ci ritaglieremo anche degli spicchi di tempo per noi stessi. Quinto. Ritagliamoci uno spazio da dedicare a noi stessi, tutti i giorni, anche non grande: questo “spazio personale”, da dedicare solo a noi, può offrirci un aiuto importante. Non è necessario sforzarsi per avere a disposizione una o più ore, basta di meno: anche mezzora, in totale relax, facendo quello che più ci piace e appaga.

Sesto Consiglio. Aiutiamoci a trascorrere la nostra giornata con grande ironia. Ironizzare sulle difficoltà che si incontrano nella vita di tutti i giorni, significa contribuire a ridimensionare il problema; stemperiamo la tensione che si crea con una risata, che ha effetti positivi sulla biochimica del nostro cervello, migliorando l’umore e allontanando da noi i cattivi pensieri. Settimo. Cerchiamo sempre, quando possibile, il lato comico delle cose. Raccontare una barzelletta in un momento di tensione, aiuta a rompere l’ansia, aiutandoci a distogliere l’attenzione dai pericolosi fattori di stress. Ottavo. Mai isolarsi e macinare da soli la tensione. Cercare sempre in ogni occasione l’interazione sociale, arma che riesce a combattere la solitudine dello stress, potenziando anche le capacità della squadra. Nono. Quando gli impegni si accavallano, non angosciamoci: mettiamo in scaletta gli impegni, uno dietro l’altro; uno dei principali fattori di stress è rappresentato dalla sensazione di urgenza del tempo, che sembra non bastare mai. Decimo. Cerchiamo di essere regolari in tutto quello che svolgiamo. Un orario regolare è in grado di farci svolgere al meglio il nostro lavoro quotidiano, evitando gli stress dell’arrivare o di fare le cose in ritardo. Per questo uscire da casa o dall’ufficio un po’ in anticipo (10 minuti o un quarto d'ora per esempio) ci servirà per sentirci più padroni del nostro tempo. In questo modo ci sembrerà di dominarlo, anziché avere la sensazione che sia il tempo a dominare noi!
Cari amici, quello di cui sopra non è un “grande Decalogo”, ma un piccolo quaderno di consigli, che, volendo, ci consentirà di fare in modo che lo stress, in una certa misura, diventi nostro alleato anziché nostro nemico! La vita è una continua lotta: è come se fossimo in un ring, dove tutti i giorni combattiamo il nostro nemico!  Se siamo capaci, alla fine non saremo noi ad andare al tappeto ma il nostro avversario, lo stress. Come ho detto all’inizio lo stress, se lo conosci lo eviti…oppure lo metti al tappeto!
A domani.

Mario


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