lunedì, settembre 12, 2016

UN NUOVO RIVOLUZIONARIO SISTEMA PER DISINFETTARE L’ACQUA IN POCHI MINUTI: UTILIZZA LE NANOSTRUTTURE.




Oristano 13 Settembre 2016
Cari amici,
Depurare l’acqua, elemento indispensabile alla vita dell’uomo, è una necessità che affonda le sue radici nel tempo. Uno dei primi sistemi è stato quello dell’ebollizione, metodo efficace che uccide i batteri e altri organismi patogeni, come Giardia lamblia e Cryptosporidium parvum, che si trovano in natura in alcuni fiumi e laghi. La temperatura dell'acqua per essere efficace deve essere superiore almeno ai 70°C: a questa temperatura il calore uccide gli agenti patogeni entro 30 minuti, al di sopra degli 85 °C entro pochi minuti, e alla temperatura di ebollizione (100 °C), la maggior parte degli organismi patogeni presenti nell’acqua, mentre altri agenti patogeni come le spore per essere eliminati devono essere riscaldati alla temperatura di 118 °C (ad esempio Clostridium botulinum, responsabile del botulismo).
All’ebollizione seguirono altri sistemi: depurazione con filtri polimerici e ceramici (I filtri sono utili contro i batteri ed i protozoi, come Cryptosporidium e Giardia lamblia, ma non contro i virus. Infatti i virus hanno delle dimensioni molto minori del diametro dei pori presenti nei filtri, per cui non possono essere bloccati con queste metodologie di tipo meccanico), a cui può seguire la disinfezione con alcune sostanze chimiche o con i raggi UV dopo la filtrazione. Le sostanze chimiche efficaci nella depurazione includono il cloro, il biossido di cloro, l'ipoclorito di sodio (la varechina) e lo iodio.
Successivamente furono messi a punto metodi più innovativi, che sfruttavano i raggi Ultravioletti per "pulire" l'acqua (che impiegano dalle 6 alle 48 ore), fino a che un team di ricercatori americani ha sviluppato una nanostruttura che sfrutta tutto lo spettro visibile della luce solare, in grado di raccogliere molta più energia dei raggi UV (50% contro il 4%), per uccidere praticamente tutti i microbi contenuti nel campione d'acqua. Insomma con le nanostrutture è possibile eliminare il 99,999% dei batteri presenti nell’acqua! Certamente una scoperta straordinaria, ma vediamo insieme come funziona questo ingegnoso nuovo sistema.
Il dispositivo, formato da una particolare nanostruttura la cui superficie assomiglia a quella delle impronte digitali, è stato sviluppato da ricercatori della Stanford University e dello SLAC National Accelerator Laboratory. Il suo funzionamento è stato riportato sulla rivista Nature Nanotechnology. Il marchingegno consiste in una specie di minuto 'vetrino', grande la metà di un francobollo. Quando viene immerso in acqua ed esposto al sole, la nanostruttura innesca una reazione che forma perossido di idrogeno (l'acqua ossigenata) e altre sostanze chimiche in grado di eliminare il 99,999% dei batteri presenti nel campione, in appena 20 minuti! Successivamente le sostanze chimiche si dissipano, lasciando l'acqua pulita.

Certo non è una lampada di Aladino, capace di risolvere tutti i mali: il sistema, infatti, risulta efficacissimo contro i batteri, ma non è in grado di rimuovere le sostanze chimiche dannose, in quanto Il metodo, come sottolineano i ricercatori, “non è certo la panacea per avere grosse quantità di acqua disinfettate in tempi ragionevoli”. Il dispositivo, in questa fase sperimentale, per ora non ha la capacità di rimuovere le sostanze chimiche inquinanti presenti, dannose per l'organismo umano. In questa fase il dispositivo è stato positivamente testato solo su tre ceppi di batteri, ma gli scienziati sono ottimisti sul fatto che possa funzionare anche su altri tipi di microbi, virus compresi.
Cari amici, che il sole sia una forza ed una potenza straordinaria credo non vi sia alcun dubbio: il problema è avere le capacità per utilizzarlo nella maniera migliore. Tempo fa, precisamente il 6 Aprile del 2015, ebbi occasione di parlare del problema di come potabilizzare l’acqua. Nella mia ricerca (per chi curiosamente vuole andare a leggere o rileggere il post, questo è il link: http://amicomario.blogspot.it/2015/04/potabilizzare-lacqua-col-sole-un-futuro.html), parlai del giovane australiano, Jonathan Liow, che, arrivato al suo ultimo anno di studi alla Monash University (Bachelor of Industrial Design), progettò la  “Solarball”, una specie di sfera che depurava l’acqua tramite  condensazione, usando il calore del Sole. Il progetto poteva costituire un ottimo strumento per quelle popolazioni africane che ancora oggi stentano a procurarsi l’acqua potabile.
L’invenzione ultima, quella che ora utilizza le nanotecnologie, è sicuramente un altro ulteriore percorso, certamente da perfezionare, ma che si rivelerà sicuramente di grande utilità per il mondo!
A domani.
Mario



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