mercoledì, maggio 17, 2017

QUANDO LA BUROCRAZIA UCCIDE PIÙ DELLA SPADA. IL CASO DEL MASSO CHE NEL SALERNITANO DAL 2015 OSTRUISCE UNA STRADA PROVINCIALE ED È ANCORA LI, A MOSTRARE LA NOSTRA INEFFICIENZA.



Oristano 17 Maggio 2017
Cari amici,
Il caso sul quale voglio riflettere con Voi oggi riguarda l’accidentale caduta di un masso che, precipitando giù dal costone, ha ostruito una strada provinciale. Un caso come tanti, ma la cosa curiosa è che da tempo nessuno appare preoccupato a rimuoverlo. Lo strano caso del masso 'immobile' in mezzo alla straada, se da un lato si presta a commenti oltremodo malevoli ma anche ironici, dall'altro dovrebbe invece farci riflettere non poco sugli eccessi della burocrazia italiana, vero cancro ormai praticamente inestirpabile.
La prima cosa che mi è venuta in mente, dopo aver appreso dai media la notizia della Kafkiana permanenza dell'ostruzione e della ‘formale chiusura al traffico’ della trafficata arteria, è una bella riflessione fatta da Alexis de Tocqueville, riportata nel suo conosciutissimo libro “La Democrazia in America”. Tocqueville, studioso francese di nobili origini, nell’Ottocento parti dalla Francia per gli Stati Uniti per rendersi conto del differente modo di governare i popoli: quello arcaico praticato dagli Stati della vecchia Europa (dove era sempre imperante il sistema feudale dei Re e degli Imperatori) e quello del Nuovo Mondo, dove invece era già in vigore un diverso sistema “democratico” di amministrare, più libero e aperto al popolo, senza i rigidi passaggi “burocratici” controllati dai vari esponenti della Corte del Sovrano.
Scrive nel libro Alexis De Tocqueville: “… L’abitante degli Stati Uniti impara fin dalla nascita che bisogna contare su se stessi per lottare contro i mali e le difficoltà della vita; egli rivolge all’autorità sociale uno sguardo diffidente e inquieto, e fa appello al suo potere solo quando non ne può fare a meno. Si comincia a notare questo fin dalla scuola, dove i bambini si sottomettono, persino nei loro giochi, a regole che essi hanno stabilito e puniscono fra loro colpe da essi stessi definite. Lo stesso spirito si ritrova in tutti gli atti della vita sociale. Si crea un ostacolo sulla pubblica via, il passaggio è interrotto, la circolazione bloccata; i vicini si costituiscono subito in corpo deliberante; da questa assemblea improvvisata uscirà un potere esecutivo che rimedierà al male, ancor prima che l’idea di un’autorità preesistente a quella degli interessati sia venuta in mente a qualcuno. Se si tratta di divertimenti ci si assocerà per dare più splendore e organizzazione alla festa […]. Negli Stati Uniti ci si associa per scopi di sicurezza pubblica, di commercio, di industria, di morale e di religione. Non vi è nulla che la volontà umana non creda di poter ottenere grazie alla libera azione del potere collettivo degli individui…”.  Parole sante, ma veniamo alla cronaca dei fatti odierni accennati in premessa.
Nell’Agosto del 2015 nella zona del Cilento nel Salernitano, la caduta accidentale di un masso ostruisce la strada provinciale degli Alburni. I giornali ne parlano ma nessuno mette in atto le necessarie operazioni per la rimozione. Ogni giorno, per le impellenti necessità, i cittadini con mezzi di ogni tipo “aggirano il masso” con difficoltà e, seppure con preoccupazione, vanno oltre. Sono passati ormai quasi 2 anni, ma di lavori di rimozione nemmeno l’ombra. La storia sta diventando uno dei tanti tormentoni tragicomici della realtà burocratica per cui l’Italia è famosa.
Il grosso masso, a quanto pare staccatosi dal costone roccioso che sovrasta la strada, pare sia una specie di “Ufo”, che, non si capisce per quale ragione, non interessi proprio nessuno! Non interessa il Comune di Aquara, in quanto essendo una strada provinciale esula dalle sue competenze, non interessa nemmeno l’Amministrazione Provinciale di Salerno, perché secondo un contorto ragionamento fatto dagli amministratori “il problema non è il masso ma la messa in sicurezza della strada”. In questo rimbalzo di responsabilità la cosa migliore che si è ritenuto di fare è stata quella di emettere un provvedimento di chiusura al traffico della strada, e allo stesso tempo “commissionare uno studio geodinamico da 37mila euro”, oltre ad un “progetto strutturale da un milione e mezzo (come scriveva a suo tempo Sergio Rizzo sul Corriere della Sera)” e come ha riportato il giornale La Verità nell’ultima edizione.
Ufficialmente la strada è chiusa al traffico (la viabilità ufficiale è dirottata su un percorso alternativo abbastanza disagevole), anche se per necessità, e con grande difficoltà e pericolo, transita un continuo via vai di auto, moto e altri mezzi. Si, perchè come dicevo prima, la gente aggira l’ostacolo e passa, con seri rischi nel vecchio percorso ostruito in parte dal masso, perché ha necessità di raggiungere senza allungamenti i luoghi di lavoro. Potere della burocrazia: nonostante siano stati in tanti a chiedere di liberare la strada dal voluminoso masso, risposte non ne arrivano proprio, da nessuna parte.
Cari amici, l'enorme pezzo di roccia precipitato a valle sembra osservare sornione quanto succede intorno: immobile, mentre il tempo passa, sembra quasi riflettere sulla stupidità umana. E' proprio vero: il rimpallo di responsabilità è un vezzo tutto italiano! Nessuno, in casi di possibile pericolo, vuole assumersi responsabilità, come se, occupando un pubblico incarico (spesso ben retribuito), si acquisiscano solo diritti e niente doveri. 
Intanto, man mano che il tempo passa i costi per i lavori, che comunque un giorno o l’altro si dovranno fare, aumentano. La burocrazia, credetemi, è un cancro che tutto corrode: si era già accorto Alexis De Tocqueville nelle sue analisi ottocentesche, ma la burocrazia, lo sappiamo, è “Gattopardesca”: sarà difficile farla morire perché si perpetua nel motto “cambiare tutto per non cambiare niente”!
A domani.
Mario

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