domenica, giugno 18, 2017

“MIMMA”, UN ROMANZO TOCCANTE SULLA REALTÀ MINERARIA DELLA SARDEGNA DI IERI, VISTA CON GLI OCCHI DI UNA GIOVANE DI OGGI. “BISOGNA NASCERE BRUCHI PER DIVENTARE FARFALLE”.



Oristano 18 Giugno 2017
Cari amici,
Quando un fraterno amico come Piero Marongiu mi inviò su WhatsApp l’invito alla presentazione del libro “Mimma”, della giovane autrice Valeria Pecora, in programma Venerdì 16 Giugno al Dream Caffè, mi incuriosì molto l’incipit dell’invito, che cercava di sintetizzare il contenuto del libro: “Bisogna nascere bruchi per diventare farfalle”. Conoscendo l’ampia apertura mentale di Piero capii subito che Lui, stuzzicando la mia innata curiosità, voleva convincermi in modo criptico a partecipare. Lo avrei fatto comunque, considerato che apprezzo molto i giovani e osservo sempre con ammirazione i loro sforzi, fatti per cercare di costruirsi un futuro migliore, partendo da un presente abbastanza incerto.
Arrivato nel locale trovai Piero che, puntuale come sempre, dialogava con l’autrice del libro e altri amici, ai quali mi presentai. Le conversazioni che precedono le presentazioni sono sempre molto “british”, si parla abbastanza di tutto, ma senza entrare mai in quello che, poco dopo, sarebbe diventato invece l’argomento della serata: il libro. Dopo aver sorseggiato una bibita fresca, considerata la calura di questi giorni, Piero e Valeria si sono alzati per andare al tavolo principale e dare inizio così alla presentazione del libro e illustrare al pubblico presente il suo contenuto. Piero presenta subito Valeria; non lesina certo i complimenti, parlando di Lei come di una giovane forte, determinata, interessata al passato dei suoi luoghi d'origine, convinta che il presente che vive oggi deve avere radici profonde che affondano nelle generazioni precedenti, legame necessario per costruire un futuro che tenga conto anche degli sforzi e delle sofferenze di chi ci ha preceduto.
Dopo aver ricordato che quello presentato è il secondo libro scritto da Valeria, Piero ha aggiunto che “Mimma” ha vinto il 1° premio (sezione inediti) del XV° premio letterario Antonio Gramsci. Prima di passare la parola all’autrice ha sintetizzato (senza ovviamente entrare nei particolari, in modo da convincere gli incuriositi presenti ad acquistare il libro) la trama del romanzo. Una storia che si svolge nel villaggio minerario di Gennas Serapis, uno dei tanti agglomerati umani presenti nell’Arburese-Guspinese, nati nel Ventennio fascista del secolo scorso, e che ha per protagonista una famiglia modesta, i cui componeti, a vario titolo, operano nelle miniere, allora unica fonte di reddito di quel circondario.
La protagonista al centro del romanzo è Mimma, figlia di un falegname di miniera e di una selezionatrice del minerale estratto dalle viscere della terra (mansione allora riservata alle donne ed ai bambini). Mimma non è una figura solita, omologata, non è una giovane che accetta di continuare a incarnare il ripetitivo ciclo allora in auge: il lavoro che si tramanda dai genitori ai figli. Lei sogna la libertà, quella di scegliere la sua strada senza costrizioni. Proseguire l’attività dei genitori era cosa comune all’epoca, in quanto i figli, nella gran parte dei casi, erano la ripetizione, di generazione in generazione, di quello che erano stati i loro genitori. Mimma è diversa: fin da bambina è una caparbia sognatrice che ha una visione del mondo più aperta: vorrebbe imparare a leggere e scrivere, uscire da un tunnel che lei trova soffocante, vorrebbe non subire i dettami degli altri ma percorrere sentieri nuovi, fare altro, insomma; in sintesi Lei vorrebbe realizzarsi attraverso la sua libertà di scegliere, essere una donna indipendente.
Si accorgerà presto, però, che il sentiero della ricerca della libertà, quello della non accettazione dello status quo, le farà pagare un prezzo altissimo, fin da bambina. Non voglio entrare nei dettagli, ma l’amarezza della crudezza della vita, la assaporerà a lungo fin dall'infanzia: prima in casa, con una totale mancanza di affetto genitoriale che la priverà anche di una carezza, di un abbraccio e di un minimo di affettuosità da parte dei genitori logorati da una vita di stenti, poi in miniera, quando ancora bambina inizierà a lavorare alla cernita del minerale estratto dalle viscere della terra. In quest'inferno senza Dio toccherà con mano il bestiale istinto animalesco che si annida perverso nell'uomo. Diventerà con la violenza donna prima del tempo, triste esempio di bimba oggetto, privata fin dall’origine dagli affetti e dalla protezione a cui i minori da sempre avrebbero avuto diritto.
In questo immenso, sconfinato deserto di dolore, la vita riserva a Mimma anche qualche momento di gioia: un uomo che si prende cura di lei, un bricciolo di felicità vissuto in una casa sua, circondata da un po’ d’affetto, quello che le era sempre mancato. Ma dura poco. Il compagno che si era preso cura di Lei poco dopo parte per il fronte e Mimma resta ancora sola. Partorisce un figlio ad appena 14 anni, attendendo in solitudine il ritorno del padre. La gioia del ritorno a casa del compagno dopo la fine del conflitto non dura a lungo. L'uomo è cambiato: la terribile guerra ha distrutto la sua mente, e una tragedia ancora più grande si abbatte su Mimma: una violenza inaudita, le porta via i pochi affetti rimasti.
La storia è ancora lunga ma non voglio raccontarvela tutta, privandovi così della curiosità di scoprirla leggendo Voi il libro. Valeria in questo libro ci racconta una storia davvero bella e commovente, che in parte ripercorre le vicende della sua famiglia, storia che Lei ha appreso interrogando con tanta curiosità gli anziani di casa. Seppur romanzata la storia di Mimma è uno spaccato di vita vera: rispecchia la triste realtà di quel periodo storico, fatto di tante prevaricazioni e soprusi e aggravata dalle tristezze di una guerra fratricida. Storia che però vede Mimma, dopo tanto dolore e tanta sofferenza, ritrovare, seppure con immensa fatica, se stessa. Lei, a 43 anni, rinnovata, forgiata dal dolore, alla fine del romanzo ci appare di nuovo pronta a guardare ancora avanti, a combattere ancora, a percorrere seppur lentamente il difficile sentiero della vita.
Cari amici, invito tutti Voi che fedelmente mi seguite, a leggere questo libro; sarà capace di farvi riflettere, meditare, ma saprà anche dare speranza ai giovani di oggi. Il suo messaggio è chiaro e forte: nella vita non è tanto importante evitare di cadere, ma avere sempre la forza e il coraggio di rialzarsi. Lo afferma con convinzione Valeria, con grande lucidità, alla fine del romanzo, mettendo questo concetto in bocca alla protagonista: Mimma. Voglio chiudere questa mia riflessione proprio con l’ultimo paragrafo del libro, che consiglio caldamente a tutti Voi di leggere (Mimma, ediz. La Zattera di Alessandro Cocco).
“...Mimma abbracciò Anna. Poi le vennero in mente le parole che quella donna, sua madre d’anima, le aveva sussurrato quando aveva messo al mondo Simone. Le ripeté a bassa voce, come una preghiera da dire in eterno ai suoi bambini, al figlio mai dimenticato e a quello che sarebbe arrivato: Bisogna nascere bruchi per diventare farfalle”.
A domani.
Mario


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