lunedì, luglio 24, 2017

BANCHE E SISTEMA BANCARIO. PARLIAMO TANTO DI BANCHE, MA ABBIAMO MAI PENSATO IN CHE MODO SONO NATE? ECCO LA STORIA DI UN SISTEMA CREDITIZIO OGGI, PER MILLE RAGIONI IN PRIMO PIANO. SECONDA PARTE.



Banchieri...del passato
Oristano 24 Luglio 2017
Cari amici,
Ieri abbiamo visto nella prima parte l’origine del sistema creditizio ed il suo evolversi, arrivando intorno al periodo storico del 1.400, quando alle banche in capo alle famiglie (imprese familiari) si iniziarono a sostituire i “Monti”, organizzazioni di nuovo tipo ben più vaste.  
Nasceva infatti l’esigenza di una nuova struttura creditizia, particolarmente capiente e specializzata nel concedere prestiti al proprio Stato. Inizialmente, ogni volta che lo Stato aveva necessità di finanziamenti e chiedeva dei prestiti importanti, si formava una sorta di società, detta "monte" o "compera", costituita da una ‘massa’ di prestatori. Successivamente le società costituite per i singoli prestiti furono riunite in una sola Società, che finanziava ogni singolo Stato; sorsero in questo modo il Monte del Comune di Firenze (nel 1343) e la Casa di San Giorgio di Genova (nel 1408).
La nuova struttura dei Monti del debito pubblico funzionò per bene anche nei secoli successivi. Alcuni ‘Monti’ si trasformarono successivamente in banche vere e proprie e proseguirono l'attività anche dopo che non fungevano più da finanziatori dello Stato; ne sono un esempio il Banco di Santo Spirito di Roma (1605) e il Monte dei Paschi di Siena (1624). 
Accanto ai Monti che facevano prestiti allo Stato, nel Quattrocento nacquero anche i Monti di pietà, diventati operativi per venire in soccorso delle famiglie. Tali Istituzioni erano state ideate dai frati francescani (in particolare da P. Bernardino da Feltre) con l'intento di sottrarre le persone bisognose dalla dipendenza degli usurai. Il primo Monte di pietà è considerato quello di Perugia, risalente al 1462. Da alcuni Monti di pietà hanno tratto origine grandi banche, come il Banco di Napoli e l'Istituto Bancario San Paolo di Torino.
In Europa, nella Spagna del Re Filippo II, i più grandi prestatori della Corona spagnola furono i banchieri genovesi, tanto che gli storici spagnoli chiamano il periodo 1528-1627 "siglo de los Genoveses". Fra le famiglie liguri più attive in ambito bancario ci furono gli Spinola, i Grimaldi, i Giustiniani e i Doria.  
Alla fine del Cinquecento vennero create le banche pubbliche di deposito e di giro per minimizzare i rischiosi trasferimenti di metalli preziosi. Con il nuovo sistema tutti i mercanti di una città depositavano presso il "Banco locale" il loro danaro in monete d'oro e d'argento; i pagamenti fra di loro sarebbero stati effettuati mediante semplici girate sui libri contabili della banca.
Il sistema poteva funzionare bene in loco, mentre i pagamenti internazionali, che evidentemente non potevano avvenire mediante partite di giro sulla banca cittadina, avvenivano mediante lettere di cambio. Anche l'incasso delle lettere di cambio fu assunto in via esclusiva dalle banche pubbliche, che in questa funzione furono dette anche "banchi di cambio". Alla fine del Cinquecento banche pubbliche di deposito, giro e cambio, sorsero un po’ in tutta Italia: nel 1586 riprese l'attività bancaria la Casa di San Giorgio di Genova, negli stessi anni furono fondate le Tavole pecuniarie di Messina (1587) e Palermo (1552), ma soprattutto nacquero il Banco della Piazza di Rialto di Venezia (1587) e il Banco di Sant'Ambrogio di Milano (1593); pochi anni più tardi furono fondati i banchi annessi al monte di pietà di Napoli ed al monte di Santo Spirito a Roma.
A chi depositava il proprio denaro su di una banca pubblica veniva data ricevuta del proprio credito con delle “Note di Banco” (chiamate con vari nomi, ad esempio biglietti di cartulario dalla Casa di San Giorgio), che erano dei titoli di credito i quali potevano essere trasferiti e circolare. Ormai i tempi erano maturi per l’emissione della vera e propria carta moneta.
L'emissione di banconote di taglio fisso da parte delle banche pubbliche in Europa ebbe luogo per la prima volta nella seconda metà del Seicento. 
A parte un primo tentativo poco felice di breve durata del 1661 effettuato dallo Stockholms Banco, la prima banca ad emettere banconote in modo costante fu la Bank of England, fondata nel 1694. Nel 1695 l'Istituto ottenne anche il privilegio di emettere cartamoneta pagabile a vista al portatore. Le banconote erano inizialmente scritte a mano per un valore corrispondente all'importo depositato o prestato. Gradualmente si passò all'emissione di banconote di valore fisso, e dal 1745 furono stampate banconote standardizzate per valori da £20 a £1.000. In Scozia furono fondate due banche d'emissione: la Bank of Scotland del 1696 e la Royal Bank of Scotland del 1727.
In Francia la nascita della banca nazionale fu molto più travagliata. Nel 1674 fu fondata su ispirazione del ministro Colbert la Caisse de Prêts, che però fallì nel 1680. Nel 1716 fu la volta della Banque Générale di John Law, che nel 1719 ottenne la protezione reale e ribattezzata Banque Royale; l'anno successivo però l'istituto fu travolto da una memorabile bancarotta per aver stampato cartamoneta in eccesso. Nel 1776 fu fondata la Caisse d'escompte, che dichiarò bancarotta quando il Re non poté rimborsare i prestiti nel 1793, in seguito al dissesto finanziario che portò alla Rivoluzione francese. Nel 1800, per volontà di Napoleone, nacque infine la Banque de France in forma di società per azioni.
In Spagna intanto, nel 1782 era stato fondato il Banco Nacional de San Carlos a Madrid, in forma di società per azioni, progenitore del Banco de España. Il tramonto dell'impero spagnolo (puntellato da ben cinque bancarotte dello Stato fra il 1557 e il 1627 portò alla decadenza della finanza cattolica, in particolare di quella italiana. L’economia fu sostenuta da nuove strutture finanziarie, legate alle nazioni in cui stava avvenendo la Rivoluzione industriale: in Germania, Francia, Inghilterra, e più tardi negli Stati Uniti d'America. Negli USA dopo la fine della Guerra di Secessione nacquero le banche private di John Pierpont Morgan, Anthony Joseph Drexel e George Peabody.
Bene, amici, anche la seconda parte della lunga e variegata storia bancaria per oggi volge al termine; la riprenderemo domani, terza ed ultima puntata, nella quale parleremo della “Banca moderna”, più vicina a quella di oggi, erede delle arcaiche strutture del passato.
A domani.
Mario
Palazzo del Monte di Pietà a NA

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