sabato, settembre 23, 2017

DOMICILIO DIGITALE E DIFENSORE CIVICO DEI DIRITTI DIGITALI: LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI RINNOVA CON L’INFORMATIZZAZIONE!



Oristano 23 Settembre 2017
Cari amici,
La Pubblica Amministrazione ha finalmente deciso: sblocco immediato del Domicilio Digitale, l'indirizzo online attraverso cui ognuno di noi potrà essere raggiunto dalla Pubblica Amministrazione. Lo prevede la bozza del Decreto correttivo del Codice dell'Amministrazione Digitale (provvedimento della riforma Madia), ora all'esame in CdM. Il Domicilio Digitale, per chi non è sufficientemente informato, è un indirizzo di posta elettronica certificata, che il cittadino può indicare (facendolo registrare formalmente nell’ANPR (l’Anagrafe nazionale della popolazione residente) alla Pubblica Amministrazione, come “contenitore” per ricevere tutte le comunicazioni e le notifiche di atti (per esempio, anche cartelle esattoriali e multe stradali). Il concetto di domicilio digitale è stato introdotto dall’articolo 3-bis del Codice dell’Amministrazione digitale.
Una volta a regime, il domicilio digitale, alternativo alla classica comunicazione scritta, dovrebbe permettere un risparmio per le casse dello Stato al capitolo spese postali stimato in almeno 250 milioni di euro l’anno. Che sono una «spesa certa», come spiega la relazione tecnica che accompagna il D.lgs., mentre «con il domicilio digitale le spese postali si azzerano per i possessori di PEC o di identità digitale». «Con il domicilio digitale - si legge nel documento - le PA non dovranno più sostenere i costi per produrre, conservare, trasmettere documenti cartacei, né altri costi, diretti (carta, toner, buste, etc.) e indiretti (costo del lavoro, tempo per attività manuali, tempo impiegato dal destinatario in caso di assenza per recuperare una raccomandata, etc.)».
D’ora in poi, quindi, chi vorrà potrà subito attivare il Domicilio Digitale come posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito, in linea con le regole UE. Inoltre è In arrivo anche una nuova firma elettronica “avanzata”, con la previa autenticazione del titolare, mentre si allarga la portata del domicilio digitale. È stato il Consiglio dei Ministri ad approvare il Decreto Legislativo, proposto dalla Ministra Marianna Madia, che in sostanza modifica il CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale approvato con il D.lgs. 82/2005. Il CAD è stato modificato già cinque volte e, fra i molti ritocchi in arrivo, alcuni riguardano delle modifiche di interesse per le imprese, inerenti le firme elettroniche e il domicilio digitale.

La Pubblica Amministrazione, dunque, ha imboccato la via del rinnovamento profondo, che non si limita, pensate, solo alla firma e al domicilio digitale (in grado di far risparmiare sensibilmente i costi della PA), ma che aggiunge anche delle novità di maggior spessore: ad esempio l’arrivo del Difensore Civico dei diritti digitali. Ma che tipo di figura è questa del «difensore civico per il digitale»? La nuova figura è prevista dallo schema di decreto legislativo sul nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale previsto dalla riforma Madia della PA. Si tratta di unico garante a livello nazionale, da prevedere nell'ambito dell'AGID (l'Agenzia per l'Italia digitale) invece che, come era indicato nella versione prevedente del decreto, prevederne uno presso ciascuna Pubblica Amministrazione.
Il D.lgs. è stato già esaminato dal Consiglio dei Ministri insieme ad un pacchetto di altri provvedimenti, anche questi “correttivi” della riforma della PA, relativi al riordino delle autorità portuali e all'accorpamento del Corpo Forestale nell'Arma dei Carabinieri. 
Una volta completato l’iter il “difensore civico per il digitale” sarà operativo. Questa figura di unico garante a livello nazionale secondo il decreto dovrebbe essere in possesso di «adeguati requisiti di terzietà, autonomia e imparzialità». 
Ma quali i compiti specifici di questo nuovo garante?
Sarà tenuto ad ascoltate chiunque a Lui si rivolgerà; tutti potranno presentare online al difensore civico segnalazioni relative a presunte violazioni del Codice dell'Amministrazione digitale, o di ogni altra norma in materia di digitalizzazione e innovazione. A seguito della segnalazione, il difensore, qualora ritenga fondata la presunta violazione, invita il soggetto responsabile a rimediare subito (non oltre trenta giorni dalla richiesta di chiarimenti).
Cari amici, la parola d’ordine ormai messa in atto dalla PA è “cittadinanza digitale”. In tempi come quelli che stiamo vivendo, con un’innovazione che avanza a passi da gigante, la burocrazia ancora esistente nelle varie amministrazioni dello Stato è un appesantimento non più sopportabile. In altre nazioni tutto questo è già realtà, e l’immensa piramide di scartoffie sotterrata senza rimpianti.
Se l’Italia si allinea, credo che ne beneficeremo tutti.
Grazie, amici, a domani.
Mario

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