giovedì, dicembre 14, 2017

I MINORI E I SOCIAL. FACEBOOK APRE ORA ANCHE AGLI UNDER 13, CON “MESSENGER KIDS”. È UN BENE O UN MALE? I GRANDI RISCHI DELLA "DIPENDENZA" DEI MINORI DAI SOCIAL.



Oristano 14 Dicembre 2017
Cari amici,
Marck Zuckerberg, fondatore del social network Facebook, non pago di aver superato quota 2 miliardi di iscritti nel mondo, vuole coinvolgere nel suo mondo virtuale anche gli under 13! Si, i giovanissimi (dai 6 ai 12 anni) che ora, di regola, non possono frequentare i social network. 
La nuova piattaforma studiata per loro si chiama Messenger Kids; questa nuova app, rassicura la Compagnia, non richiede un account su Facebook dei bambini ma si può utilizzare tramite l'account sul social dei genitori. Saranno loro, mamma e papà, a dare l’autorizzazione all'uso di Messenger Kids e a decidere con quali contatti i loro figli potranno scambiare messaggi e avviare video-chat.
La grande novità, carica certamente di non pochi timori, parte, per ora, negli Stati Uniti: sarà un primo stock di utenti a testarne l’utilizzo, disponibile inizialmente solo per iPhone e iPad. Si prevede però che l’applicazione possa successivamente essere trasferita anche sui dispositivi Android e Amazon. Non si conoscono, invece, i dettagli (TEMPI E MODI) sull'esordio al di fuori degli Usa. Grande novità in arrivo, dunque: anche i bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni, che finora erano rimasti al sicuro dalle tentazioni e dai pericoli del social network, verranno coinvolti nel mondo virtuale dei più grandi attraverso  Messenger Kids, chat appositamente progettata per loro.
I responsabili dell’azienda, a partire da Zuckerberg, hanno provato a rassicurare i dubbiosi genitori dei minori, sostenendo che “La nuova app si utilizzerà solamente tramite l’account degli adulti, che avranno un completo controllo sui contatti con i quali i bambini potranno scambiare messaggi e avviare video-chat”. Aggiungendo anche che “sulla piattaforma non ci sarà pubblicità” e che “i dati non saranno profilati nel rispetto delle leggi di protezione della privacy dei minori”.
Messenger Kids, inoltre, per risultare particolarmente attraente, sarà piena di emoji e adesivi pensati per i più piccoli e, per ogni evenienza, non prevede la possibilità di fare acquisti. La domanda che in tanti però si pongono è: “Per quale ragione Zuckerberg, che ha già un patrimonio immenso di iscritti a FB, ha deciso conquistare anche questa fascia di età molto particolare? La risposta non può essere che quella di fare business, traguardo irrinunciabile, vero totem dei giganti digitali, ora nuovi padroni del mondo, che solo fino a poco tempo fa si vantavano di voler cambiare le regole ciniche del vecchio capitalismo! Un semplice dato basta e avanza per dire che poco o nulla è cambiato, anzi! Pensate che negli Stati Uniti il 93% dei bambini ha già accesso a tablet e smartphone e rappresenta un immenso mercato da coltivare in mille modi.
Cari amici, introdurre i bambini in così tenera età all’uso dei social, creare in loro troppo presto la dipendenza psicologica che il costante collegamento crea, significa trasformarli in “consumatori abituali”, parificabili a quelli che fanno uso di sigarette o di droga. Una ricerca pubblicata dall’Università del North Carolina ha dimostrato che ogni notifica via social o chat induce l’organismo a rilasciare una piccola dose di dopamina ovvero un una piccola dose di un neurotrasmettitore prodotto dal cervello che genera piacere ed euforia, analogamente a quanto succede con l’uso delle comuni droghe e con le sigarette.
Ad aver paura dell’introduzione delle piattaforme digitali tra i minori non sono solo genitori, esperti ed associazioni, ma anche alcuni soggetti “insospettabili”. Come Sean Parker, ex Presidente di Facebook. "Dio solo sa cosa fanno i social network al cervello dei nostri bambini", ha detto di recente, sottolineando che queste piattaforme "approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana con un meccanismo che crea dipendenza come una droga”.
Altro problema non secondario è quello dell’instaurarsi, tramite i social, di stabili relazioni virtuali, che, subdolamente, vanno a sostituire quelle reali, impoverendo in questo modo, fin dalla più tenera età, le relazioni vere, quelle fisiche, le uniche capaci di generare un vero benessere, corporale e mentale. Risulta, infatti, in modo sempre più evidente che tra gli adolescenti gli abusi di chat e social riescono a compromettere le capacità relazioni reali, con gravi conseguenze per il loro equilibrio psicologico.
Cari amici, personalmente credo che esporre i bambini sotto i 13 anni alla possibile dipendenza da social e chat, sia un rischio da non correre. Anche se l’iniziativa viene spacciata dai responsabili di FB come strumento di comunicazione familiare tra figli e genitori, nonni e nipoti, l’esperienza insegna che a quell'età si possono fare danni di grande ‘pericolosità’. Senza neppure dimenticare il rischio derivante dai numerosi "predoni" della rete, che si sanno insinuare abilmente tra i minori. 
L’educazione digitale dei più piccoli, ovvero l’insegnamento all’utilizzo dei nuovi dispositivi tecnologici, può avvenire tranquillamente senza ricorrere ad una chat con la quale comunicare con gli amichetti. E’ molto meglio che continuino a vedersi in casa dell’uno o dell’altro, alle feste di compleanno, nel giardino condominiale, in ludoteca o in palestra. Non ascoltiamo le sirene lanciate da Marck Zuckerberg, che non subirà molti danni, dato che il numero degli utenti di Facebook è già abbastanza robusto anche senza aggiungerci un miliardo di bambini. Certo, crescerà di meno: ma credo che Zuckerberg sopravvivrà (bene) comunque!
A domani.
Mario

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