sabato, dicembre 02, 2017

LA ORISTANO CULTURALE DEL PASSATO. NEL “TESORO DI CARTA” DI VIA DRITTA, IL LASCITO DELL’ABATE CONCISTORIALE. LA RIFLESSIONE DI BEPPE MELONI



Oristano 2 Dicembre 2017

Cari amici,
La Oristano culturale del passato è stata di straordinario livello, se pensiamo che chi è appassionato della sua storia ha potuto toccare con mano quanto interessante essa fosse. Partendo dal suo luminoso passato giudicale (ma probabilmente anche prima) Oristano ha sempre rappresentato nell’Isola un punto di riferimento importante. Beppe Meloni uno degli studiosi più attenti e appassionati della storia del nostro territorio, ha di recente scritto su Sardegna Reporter il pezzo che ho il piacere di riportare per Voi.  Credo meriti tutta la Vostra attenzione.
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Nel “tesoro di carta” di via Dritta il lascito dell’abate concistoriale. 
di Beppe Meloni.
La storia racconta come lo sviluppo delle biblioteche in Italia sia stato strettamente legato ai profondi mutamenti storico-geografici, che hanno cambiato nei secoli il nostro Paese. Soprattutto quando, grazie all’influsso della cultura illuministica, maturò una nuova consapevolezza sul valore dell’informazione e della sua diffusione. Le prime grandi biblioteche pubbliche italiane, sorte tra il Seicento e il Settecento, l’Ambrosiana a Milano, la Casanatense a Roma, la Biblioteca Nazionale a Napoli e quella di Torino ricomprendendo le stesse biblioteche universitarie, diventano presto luoghi di riflessione e di studio aperte alle menti più brillanti. Dal 1869 poi, con l’approvazione del primo “Regolamento per la gestione delle biblioteche statali”, si apre un intenso dibattito culturale, che porta ad una profonda innovazione anche nella “scienza biblioteconomica”. Sono gli anni in cui le Biblioteche Nazionali di Firenze e di Roma vanno ritagliandosi un ruolo preminente di Biblioteche Nazionali Centrali, mentre a quelle universitarie vengono riconosciute finalità più specifiche di supporto alla ricerca scientifica. Molte città, in tempi più recenti, si sono dotate di biblioteche comunali a supporto del processo di alfabetizzazione avviato su vasta scala, e nei centri minori sono nate le biblioteche popolari. 
In Sardegna la produzione letteraria di rilievo finora conosciuta, dai Condaghi monastici alle Cronache, ai manoscritti liturgici tanto cari al prof. Giampaolo Mele, ha riempito gli scaffali di biblioteche ecclesiastiche, archivi pubblici e privati. Come quello appartenuto a Ludovico Baylle, oggi parte della biblioteca Universitaria di Cagliari. Prima di lui Monserrat Rosellò, giurista e bibliofilo, ha raccolto seimila titoli tra opere giuridiche, teologiche e scientifiche, confluite alla sua morte nel fondo del Collegio gesuitico Santa Croce a Cagliari, preservandone l’identità. 

La Biblioteca del dottore in Legge monsignor Ignazio Meloni, arciprete del Duomo di Santa Maria Assunta in Oristano sotto l’arcivescovo Giovanni Saba (1842-1860), uomo di cultura che compare tra i sottoscrittori di diverse produzioni letterarie dell’epoca, cela in realtà una personalità ben più illustre. Un’ avvocato concistoriale che fece della passione per la letteratura e per gli studi eruditi un tratto distintivo della sua esistenza. Insignito del titolo di abate per meriti culturali, che trova nella Corte Pontificia la sede ideale dove coniugare professione, impegno religioso, e amore per la letteratura. La “Biblioteca regionale sarda Guastini” formata dalla collezione dell’abate e poi dell’arciprete, è un lascito morale e intellettuale che aspetta ancora di essere svelato e condiviso con il popolo sardo. Di cui è specchio e identità profonda e inalienabile.  
Beppe Meloni
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Grazie, amici, della Vostra sempre gradita attenzione. A domani.
Mario



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